Con lo "Sblocca Italia", molto ridotto, il Governo Renzi - come peraltro accade tutti i giorni agli architetti italiani - ha sbattuto contro il muro della burocrazia conservatrice che ha mortificato e modificato il progetto di introdurre misure concrete per porre rimedio alla condizione delle città, del mercato dell'edilizia, degli architetti e degli altri professionisti del settore. Il Decreto contiene, infatti, solo norme che sarebbero adatte ad un Paese normale in tempi normali: per l'Italia di oggi ci voleva ben altro".
Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
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L'ITALIA NON È PIÙ UN PAESE PER ARCHITETTI. "Alcuni dei dati dell'"Osservatorio 2014 sullo Stato della professione di architetto in Italia" - realizzato dal Cresme e dal Consiglio Nazionale e che sarà presentato nelle prossime settimane - dimostrano, con la forza dei numeri, l'incapacità della politica di comprendere la drammaticità della situazione: gli architetti italiani hanno ormai un reddito medio annuo sotto i 17 mila euro che, al netto di tasse e previdenza, vale la metà; al Sud, scende a 11 mila, mentre quello dei trentenni - mediamente - non raggiunge i 500 euro mensili reali".
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su Il Ghirlandaio:
Sblocca Italia: secondo architetti pietra tombale per il settore