E morto l'architetto e
urbanista Bernardo Secchi, autore di proposte innovative per Parigi, Mosca e
Bruxelles. Professore emerito di urbanistica nella Scuola di Architettura
dell'Università di Venezia, dopo essere stato preside della Facoltà di
Architettura del Politecnico di Milano dal 1976 al 1982, Secchi ha ricevuto la laurea honoris causa
dalle Università di Grenoble e di Hasselt e il Grand Prix d'Urbanisme. Era
Senior fellow al Canadian Centre for Architecture e Chevalier de la Légion
d'honneur della Repubblica francese. Ha partecipato agli studi per il piano
intercomunale di Milano e lavorato al piano regionale del Trentino. Con Paola
Viganò ha vinto concorsi in Italia e in Europa. Nel 2008 è stato tra i dieci
architetti richiesti di sviluppare idee e progetti per la 'Grande Parigi', nel
2010 tra i tre richiesti di sviluppare progetti per Bruxelles 2040 e nel 2012
tra i dieci richiesti di sviluppare un progetto per la 'Grande Mosca'. E' stato
direttore della rivista "Urbanistica". Nel corso della carriera
accademica Secchi ha insegnato nell'Ecole d'Architecture di Ginevra, nelle
Università di Lovanio e Zurigo, nell'Institut d'Urbanisme de Paris e nell'Ecole
d'Architecture de Bretagne (Rennes). Nell'ultimo ventennio, la riflessione
teorica di Secchi si è concentrata sulle grandi aree metropolitane, dove
"le disuguaglianze saltano agli occhi e strategie di distinzione ed
esclusione sono state spesso favorite dallo stesso progetto urbanistico".
A parere di Secchi bisogna "tornare a riflettere sulla struttura spaziale
della città, riconoscere l'importanza che nel costruirla ha la forma del
territorio". "Tornare a conferire agli spazi urbani una maggiore e
più diffusa porosità, permeabilità e accessibilità; disegnarli con ambizione,
tenendo conto della qualità delle città che ci hanno preceduto e ragionare di
nuovo sulle dimensioni del collettivo".