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Gli ascensori del Vittoriano

 

«Un contributo alla chiarezza»

Testata:
Corriere della Sera
 
Data:
02-08-2007
 
Autore:
Paolo Rocchi
 
 
La procedura per la realizzazione dei nuovi ascensori panoramici inizia con l'appalto concorso bandito nel 2002 dall'allora Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio e Patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico di Roma e che prevedeva «il nuovo impianto elevatore, con due cabine, sarà posizionato in modo tale da poter sbarcare sui terrazzi di copertura occupando lo stesso vano dell'ascensore che raggiunge gli uffici del Museo del Risorgimento».

Ai concorrenti venivano forniti dei grafici che la relazione tecnica a base di gara «facendo riferimento ad un rilievo esistente» descriveva come aggiornati dimensionalmente ed integrati, con l'ausilio di strumentazioni elettroniche, «onde raggiungere un maggior grado di definizione e di verifica del Monumento».
In questo progetto preliminare, che sulla stampa erroneamente è stato definito un progetto dettagliato i due ascensori sono indicati unicamente con una campitura a retino, adimensionale!
Purtroppo nello sviluppo in esecutivo del progetto preliminare, ci si è accorti come il vano esistente, che avrebbe dovuto ospitare i due nuovi ascensori, fosse assolutamente inidoneo, poiché la stessa «canna muraria», al livello di copertura avrebbe intercettato, demolendole, le murature perimetrali ed il coronamento del Monumento e sarebbe sbarcata nel vuoto in quanto a quella quota il prospetto del Monumento si arretra di circa m. 1.20. Non a caso, nessuno degli undici concorrenti è riuscito a seguire le indicazioni della «saggia ipotesi» del progetto preliminare!
Neppure l'idea di non prolungare in alto i due nuovi ascensori ed invece di raggiungere le terrazze di copertura mediante una scala, è risultata percorribile poiché il vano angusto esistente, ove avrebbe potuto essere realizzata e che attualmente ospita una stretta scaletta curva, non avrebbe in nessun modo consentito due rampe di scale a doppio senso e comunque escluso dall'accesso alle terrazze stesse i diversamente abili.
Ecco quindi che, in ossequio allo spirito del bando che si autodefinisce di «restauro conservativo funzionale del Monumento» ed alla importanza della prescrizione per la quale «la terrazza posta a quota m. 59,50, (...) sarà attrezzata come punto di osservazione della città di Roma (...)» - raggiungibile dalla sottostante terrazza di smistamento visitatori a quota 26,36 - si è individuata l'unica soluzione possibile costituita da due ascensori esterni, alla quale peraltro non è ricorso soltanto il progetto vincitore.
La visibilità summitale degli ascensori, è conseguente alla loro quota di sbarco che scavalca il marmoreo coronamento curvilineo del terrazzo di copertura ed è anch'essa frutto dell'orientamento conservativo del bando che si è ritenuto non consentisse di poter modificare od intaccare i profili del Monumento.
Questa è la verità inoppugnabile che, naturalmente, lascia aperto il dibattito sull'opportunità dell'inserimento dell'architettura contemporanea in quella storica, sull'aggiornabilità delle Carte del Restauro (tentata inutilmente da 35 anni, date le contrapposizioni), nonché sulla valutazione del progetto vincitore (peraltro esaminato in 4 anni da una Commissione nominata dal Ministero per i Beni culturali) e per il quale, oltre al compiacimento delle più alte Autorità dello Stato presenti all'inaugurazione, si registrano - chiarite le premesse - numerosi consensi, non vocianti, di esponenti del mondo dell'Architettura e più in generale della Cultura.

Paolo Rocchi, Ordinario di Consolidamento degli Edifici Storici - Università di Roma, La Sapienza
Progettista degli ascensori panoramici del Vittoriano

 
 
 
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