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  Quando l'architettura trasforma le città  

Quando l'architettura trasforma le città

 

A dieci anni dall'inaugurazione del Museo Guggenheim viaggio nell'ex centro industriale che oggi vive di arte e design

Testata:
la Repubblica
 
Data:
15-10-2007
 
Autore:
Denny Lee
 
 
Un leggero picchiettio si ripercuote attraverso le scaglie in titanio del Museo Guggenheim di Bilbao ogni qualvolta un autobus di turisti si ferma a ridosso di Puppy, il terrier di Jeff Koons alto tredici metri e fatto interamente di violette fresche. Un flusso di turisti sciama attraverso la piazza in pietra calcarea, preciptitandosi a immortalare l'istante con le cineprese. Poi si dirigono lungo una scalinata inclinata che conduce al cuore del museo, e per entrare a visitare la mostra di un artista di cui non hanno mai sentito parlare sborsano 10,50 euro. Questo rituale si ripete identico parecchie volte ogni ora, come in un cinema multisala ben organizzato, ed è così che Bilbao, assonnata città portuale situata sulla costa settentrionale della Spagna, grazie a un museo si ritrova prepotentemente inserita nella cartina geografica culturale.
«Non sappiamo nulla di Bilbao, tranne che c'è il Guggenheim» dice Luigi Fattore, analista finanziario di 28 anni mentre scatta fotografie alla sua ragazza posizionata sotto il terrier. La forza di attrazione della creazione architettonica di Frank O' Gehry è enorme e suscita applausi a scena aperta a dieci anni di distanza da quando colpì per la prima volta l'immaginario dell'opinione pubblica quasi fosse una nuova stellina di Hollywood. Quella struttura iridescente non era soltanto un nuovo edificio: era un vero e proprio evento culturale. Philip Johnson lo definì «il migliore edificio della nostra epoca». (...)
Questa città è diventata sinonimo della gara scatenatasi tra gli urbanisti di tutto il mondo per erigere edifici-trofeo nella speranza di trasformare le loro città di secondo piano in mete di attrazione del turismo internazionale. Il cosiddetto "effetto Bilbao" è stato oggetto di studio nelle università di tutto il mondo come esempio da manuale da seguire per conferire alle città un nuovo look tramite un'architettura fenomenale e sbalorditiva. A mano a mano che varie città, da Denver a Dubai, hanno seguito le tracce di Bilbao, Gerhy e gli architetti suoi pari sono stati elevati al ruolo di messia urbani. Ma che cosa ha implicato per Bilbao l'"effetto Bilbao"? (...)
Eppure nel primo anno di vita il Guggenheim ha attirato circa 100 mila visitatori al mese. In seguito, invece di calare bruscamente come accade a un blockbuster estivo, il tasso delle presenze si è assestato a «una velocità di crociera di quasi un milione di visitatori l'anno»: lo assicura Juan Ignacio Vidarte, direttore del Guggenheim. Alla fine del 2006 avevano reso omaggio al miracolo di Gehry oltre 9 milioni di visitatori. L'impatto del flusso di turisti su questa città di 354.000 abitanti è stato spettacolare. Gli albergucci senza fascino né pretese e le pensioncine ammuffite sono state sostituite da alberghi di tendenza. (...)
Non stupisce che molte guide dedichino tuttora lo stesso numero di pagine al Guggenheim e al resto di Bilbao. E' come se la città fosse priva di quella massa di attrazioni che le possano consentire di passare dal livello di cittadina post-industriale di provincia a città cosmopolita globale. E nel frattempo è come se quel suo aspetto un po' trasandato, quella patina che in passato le aveva conferito un certo fascino, stesse svanendo. La concentrazione di opere architettoniche di prima categoria è strabiliante, anche senza contare il capolavoro in titanio di Gehry. Ciò nondimeno da sola l'architettura non fa una città. Bilbao è benvestita ed elegante, ma non ha capito ancora in quale direzione andare. (...)
Copyright 2007, The New York Times
(Traduzione di Anna Bissanti)

2)
"Siamo un volano per l'economia ecco perché ci chiamano". Massimiliano Fuksas: sempre più diffuso il turismo architettonico di Irene Maria Scalise


 
 
 

 

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