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Raccogliere la sfida della qualità architettonica

 

in: Giornale dell'Architettura

Testata:
Giornale dell'Architettura
 
Data:
Gennaio 2008
 
Autore:
Raffaele Sirica
 
 
«Democrazia urbana per la qualità», ovvero consultazioni nelle comunità e intreccio virtuoso tra architettura e urbanistica, per trasformazioni condivise. Per superare sia l'urbanistica vincolistica del dopoguerra, tutta quantitativa, che ha prodotto anche il disastro dei condoni, sia l'attuale iperliberismo senza regole in auge in alcune realtà, dove quasi tutto si affida ai privati, con possibili preoccupanti ricadute sulla collettività. Si tratta di una questione rilevante, opportunamente sollevata nella recente puntata «Cara Madunina» della trasmissione televisiva R e p o r t, cui vanno date risposte nuove. Il Congresso nazionale di Palermo si occuperà della questione per riprendere il confronto anche sui temi introdotti dal nuovo Titolo V della Costituzione, ovvero l'applicazione del principio di «sussidiarietà» e il dibattito sulla rilanciata istituzione delle «Città e Comuni Metropolitani». Tornando a Report: sussidiarietà e democrazia urbana attraverso «programmi di progetto condivisi» e quindi valorizzazione del Documento preliminare, strumento urbanistico alla scala urbana, malamente utilizzato dalle amministrazioni pubbliche.
Si tratta di introdurre, come procedura normale, il masterplan europeo come sostanza del Documento preliminare nazionale, per governare correttamente le trasformazioni. Sono processi già ampiamente sperimentati in Europa, attraverso i piani strategici dei primi anni novanta, quali «Île de France 2000», «Bavaria 2000», «Barcellona 2000», ecc.
Si tratta, ad esempio, di riferirsi alla MICQP francese (Mission interministérielle pour la Qualité des Constructions publiques), coordinamento di dodici ministeri, che assiste gli enti locali per la programmazione dei progetti attraverso, appunto, la democrazia urbana: una parola d'ordine coniata agli inizi del nuovo millennio dal ministro della cultura francese Catherine Tasca, per definire la condivisione del processo. Insomma per far vivere, anche in Italia, l'aforisma anglosassone project to protect.
 
 
 
 
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