Sviluppo, professioni protagoniste

Due tematiche, due momenti di confronto racchiusi in un solo argomento: quello del ruolo delle professioni nelle scelte della politica sulle riforme. È stato questo il filo conduttore del forum di venerdì scorso, organizzato dall'Ordine dei consulenti del lavoro in collaborazione con ItaliaOggi, al quale hanno partecipato, collegati dalle sedi provinciali in diretta via satellite e via streaming, oltre 10 mila professionisti. Una prima parte dedicata al tema della precarietà del lavoro femminile, della discriminazione salariale e delle difficoltà di fare carriera dell'universo rosa in cui la presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, ha denunciato che solo una donna su due ha un lavoro regolare mentre i dati statistici parlano di una crescita dell'economia al crescere del lavoro femminile. Una vera e propria occasione da sfruttare ma che necessita di scelte precise da parte della classe governativa, e a un mese dal rinnovo del governo l'argomento si trasforma in un monito sulle prime decisioni da prendere dalla costituenda legislatura. (...) Si è tutti d'accordo che ormai le norme delle azioni positive non raggiungono il massimo dell'efficacia e necessitano di ulteriori interventi che permettano alle donne, sia esse lavoratrici dipendenti sia autonome, di poter coniugare famiglia e lavoro senza venire emarginate dai cicli produttivi. Dalle donne alle riforme della professione il passo è breve. Cambiano i protagonisti nel parterre di ospiti e relatori, ma non diminuisce l'attenzione sulle problematiche professionali. A partire dalla riforma delle professioni, appesa a un filo da ormai un decennio, verso la quale i consulenti del lavoro, in linea con il Cup come testimoniato dal presidente, Raffaele Sirica, sono largamente favorevoli senza però prescindere da alcuni elementi quali il tirocinio, l'esame di stato, la dignità e il decoro professionale. Una riforma che passa dal rafforzamento, secondo la presidente dei consulenti, delle libere professioni regolamentate negli Ordini nella quale non possono essere incluse le associazioni prive di ogni forma di controllo e verifica etica professionale. «Sono due mondi diversi, sottolinea la senatrice Maria Grazia Siliquini, agli antipodi per definizione che non possono essere affrontati all'interno della stessa legge». (...)