«Le parole "progetto" e "piano" oggi in urbanistica hanno perso significato. Per un motivo semplice: manca in chi decide sia la visione a lungo termine che la capacità di rischiare». A esortare i politici e gli addetti ai lavori a osare di più è l'architetto Alberto Cecchetto, docente allo «Iuav» di Venezia e autore di diversi progetti in Trentino, tra cui quello della Cittadella del vino di Mezzocorona. L'esperto interviene durante l'Urban day dal titolo «Oltre i piani, verso la strategia: Trento e Rovereto, due città, un unico scenario» svoltosi ieri nella sala degli affreschi della Biblioteca comunale di Trento. Molti i relatori che hanno partecipato al dibattito moderato dal direttore del Corriere del Trentino,
Enrico Franco: gli assessori all'urbanistica Alessandro Andreatta per Trento e Maurizio Tomazzoni per Rovereto, il presidente dell'Ordine degli architetti, Mario Agostini, il presidente degli edili industriali Dante Pasqualini e Antonio Frattari, prorettore all'edilizia universitaria di Trento. Hanno introdotto la tavola rotonda Pino Scaglione e Corrado Diamantini, docenti all'università di Trento, e Patrizia Gabellino del Politecnico di Milano.
Cecchetto, oltre a chiedere più coraggio ai pianificatori urbanistici, introduce il concetto di «utilità pubblica» della progettazione: «Alle commissioni giudicanti ogni progettista deve spiegare quali sono i benefici per la collettività del suo elaborato. (...)
La palla passa ad Andreatta, che definisce la trasformazione dell'area ex Michelin come il simbolo dei dieci anni appena trascorsi di pianificazione urbanistica. «Il progetto che ha avuto tempi lunghi ma non solo per i passaggi istituzionali - afferma - è l'intervento più importante di questi anni, comprendendo tra l'altro il Museo della scienza. Ricordo che, su 10 ettari, 5 saranno dedicati a parco pubblico e uno per i raccordi viabilistici».
Agostini chiede «un'urbanistica che possa disciplinare e non normare rigidamente». «L'urbanistica - spiega - finora è stata pensata unicamente come regolamentazione dell'espansione edilizia. Oggi però serve disciplinare con incentivi la trasformazione delle aree sature».
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