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Architetti, crisi senza precedenti

 
Testata:
Italia Oggi
 
Data:
01-02-2011
 
Autore:
Ignazio Marino
 
 
Per oltre un terzo degli architetti italiani quella attuale è la peggiore crisi di sempre. Con la conseguente riduzione del fatturato, l'allungamento dei tempi di pagamento delle parcelle e il crescente aumento dell'insoluto. Una crisi, iniziata con l'abolizione dei minimi tariffari inderogabili (decreto Bersani 2006), che sta portando la professione ad una lenta trasformazione. È questa la fotografia scattata dal Cresme su incarico del Consiglio nazionale di categoria.
L'impatto della crisi.
Per il 37% degli architetti italiani intervistati (600 rilevazioni distribuite tra gli ordini di Milano, Como, Treviso e Bari) quella che la professione sta attraversando è la «peggiore crisi» sinora vissuta. Il 22,5% evidenzia una forte polarizzazione sul mercato tra chi «la crisi non la sente» e chi invece «perde terreno»; un 17,1% sostiene che la crisi si concentra in alcuni segmenti e non in altri mentre. Per il 19%, invece, è in realtà una grande occasione di trasformazione. Un architetto su cinque segnala, sia per il 2009 che per il 2010, la perdita di circa un quarto del proprio fatturato. Anche se l'erosione dei guadagni è iniziata nel 2006 con le prime liberalizzazioni dell'ex ministro dello sviluppo economico Pierluigi Bersani che come primo riflesso ha avuto la graduale emarginazione delle professioni tecniche (ingegneri e architetti in primis) negli appalti. Il grafico in pagina evidenzia come nel 2007 il fatturato medio era di 31 mila euro mentre oggi è di 25,6 mila euro.
(...)

 
 
 
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