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Professioni, la fuga dei giovani

 
Testata:
Il Sole 24Ore
 
Data:
13-06-2011
 
Autori:
Francesca Barbiero e Chiara Bussi
 
 

Un Paese di professionisti con i capelli bianchi. Di avvocati, ingegneri, dottori commercialisti sempre più vecchi (ma anche sempre più numerosi). E di giovani laureati disillusi, che fanno altro, si mantengono con attività magari contigue e affini al loro titolo di studio, ma fuori dall'albo professionale. Insomma, all'esame di Stato non si iscrivono nemmeno più e non tornano sui libri a pianificare un'iscrizione che comunque non cambierebbe il loro status di lavoratori atipici con partite Iva e contratti parasubordinati. Lo rileva l'ultima fotografia scattata dal Miur sui candidati alle prove di abilitazione nell'anno accademico 2009/2010. In soli cinque anni gli aspiranti professionisti sono diminuiti del 20,4%: 35mila laureati in meno che hanno deciso di non tentare neppure la strada dell'Albo. A registrare la diminuzione più significativa dei candidati sono gli agronomi (-61 per cento). Tra le professioni più "affollate" spiccano gli architetti (-36%) e gli ingegneri (-31%) e sono in diminuzione anche gli aspiranti avvocati (-13%) e i commercialisti (-10 per cento). Un calo di vocazioni che si spiega solo in minima parte con la riduzione del numero di laureati che nello stesso periodo ha accusato una flessione del 2,4 per cento appena. Questi i dati sulle nuove leve, mentre lo stock complessivo dei professionisti continua a crescere e nel 2010 secondo il Censis ha superato i due milioni. 

(...)


2)

Dalle categorie tre ricette per il rilancio


3)
Crisi delle vocazioni, le Casse alla sfida della sostenibilità. Ingressi ancora positivi ma il tasso di crescita in molti casi sta rallentando di Laura Cavestri

 
 
 
 
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