salta ai contenuti
 
CNAPPC
 

Professioni: Freyrie (Cn architetti), nessun trust o casta

 
Testata:
AGI
 
Data:
23-06-2011
 
 

Il presidente degli architetti italiani, Leopoldo Freyrie, replica all'economista Tito Boeri che dalle colonne del quotidiano "La Repubblica" ha sferrato un duro attacco al complesso delle libere professioni accusate di essere dominate da un trust dinastico che, di padre in figlio, impedisce l'accesso ai giovani, usando come mezzo vessatorio gli Ordini e le regole antiliberali che, nonostante l'Antitrust, continuerebbero a impedire la concorrenza e il ricambio. "Gli architetti italiani - dice Freyrie - non costituiscono affatto una elite, solo il 28% proviene dalla borghesia, mentre il 70% ha genitori non laureati". Sul presunto potere degli Ordini nel selezionare l'accesso alla professione ricorda che "l'esame di Stato non e' gestito dagli Ordini professionali ma dal ministero dell'Universita'. Nelle commissioni la maggioranza e' rappresentata da docenti e la media delle promozioni e' pari al 55% dei candidati" La tesi, poi, che gli Ordini ostacolerebbero l'accesso ai giovani laureati per privilegiare chi e' gia' iscritto e ridurre la concorrenza e' smentita, almeno per quanto riguarda gli architetti, dai numeri: nei 30 anni dal 1979 al 2009 gli iscritti agli Ordini degli architetti sono passati da 22.000 a 140.000 con un incremento del 636%. Oltre il 40% degli iscritti ha meno di 40 anni con l'Italia che ha oggi il piu' alto numero di architetti al mondo. Freyrie ricorda anche che "gli Ordini non possono essere accusati di essere una casta chiusa che governa reiterando il proprio potere perche' i loro rappresentanti sono eletti mediante elezione diretta da parte degli iscritti, a differenza - ad esempio - degli organismi di rappresentanza imprenditoriale, in cui la capacita' di voto corrisponde al censo. A differenza dei parlamentari, i Consiglieri degli Ordini possono rimanere in carica non oltre 3 mandati consecutivi". E' poi falso - secondo il presidente degli architetti italiani - che le professioni abbiano impedito, nonostante l'antitrust, le liberalizzazioni. "Gli architetti non hanno piu' i minimi tariffari (che sono stabilite dal Parlamento e non dagli Ordini, come sostiene Boeri) e hanno da tempo modificato le norme deontologiche permettendo la pubblicita'. Cio' - purtroppo - non ha certo migliorato l'accesso dei giovani al mercato, ne' influito positivamente sui loro redditi. Propongo a Boeri un dibattito non ideologico per ragionare su come il Paese possa investire sulle professioni intellettuali che, nell'economia della conoscenza, possono diventare il vero motore dello sviluppo sostenibile".


Il lancio dell'Agenzia ANSA:

Liberalizzazioni: Freyrie, architetti non sono casta 70% ha genitori non laureati, in 30 anni +636% iscritti ordine
''Gli architetti italiani non costituiscono affatto una casta, solo il 28% proviene dalla cosiddetta borghesia mentre 70% ha genitori non laureati''. Cosi' Leopoldo Freyrie, presidente degli architetti italiani, replica a Tito Boeri che dalle colonne del quotidiano 'La Repubblica' ha criticato gli ordini professionali accusandoli di reggersi su ''meccanismi di cooptazione di tipo dinastico''. Dal 1979 al 2009 gli iscritti agli Ordini degli Architetti sono passati da 22.000 a 140.000 con un incremento del 636%, oltre il 40% degli iscritti ha meno di 40 anni e l'Italia ha oggi il più alto numero di architetti al mondo. Freyre respinge infine l'accusa che le professioni abbiano impedito le liberalizzazioni: ''gli architetti non hanno piu' i minimi tariffari (che sono stabilite dal Parlamento e non dagli Ordini, come sostiene Boeri) e hanno da tempo modificato le norme deontologiche permettendo la pubblicita'. Ciò, purtroppo - ha concluso - non ha certo migliorato l'accesso dei giovani al mercato, n, influito positivamente sui loro redditi''.

 
 
 
 
Area Riservata
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
torna ai contenuti torna all'inizio