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Professioni: architetti, necessario processo di modernizzazione

 
Testata:
Adnkronos
 
Data:
07-07-2011
 
 

"Sara' consultata anche la Nato?". A chiederlo al ministro Tremonti e' Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, dopo le dichiarazioni del ministro che "intende -ricorda- 'entrare seriamente nel campo delle professioni' e che per farlo ha 'sentito l'Ocse, l'Fmi e la Commissione europea'". "Servira' dunque -si chiede- consultare anche la Nato per definire quelle che devono essere le nuove regole di ingaggio?". "I rappresentanti nazionali delle professioni tecniche e delle Casse - sottolinea Freyrie - che invece intendono procedere sul serio sulla strada di una riforma che valorizzi le professioni hanno elaborato una posizione comune con la quale chiedono alla classe politica italiana di sedersi attorno a un tavolo per confrontarsi e finalmente condividere un progetto vero sulle libere professioni, che sia utile innanzitutto al Paese". "I rappresentanti delle professioni - aggiunge - sono i primi a chiedere con forza un processo di modernizzazione e di adattamento al mercato globale impegnando le proprie risorse intellettuali, tecniche ed economiche per contribuire allo sviluppo sostenibile dell'Italia, in assenza di norme adeguate. Sono i primi a chiedere con forza l'avvio di una riforma condivisa, fondata sui due principi fondamentali della nostra storia e natura: la deontologia professionale e l'utilita' sociale dei nostri mestieri, principi che appartengono alla comunita' ancor prima che a noi, e non c'e' finalita' economica che ne possa sovrastare la necessita', imprescindibile per i cittadini".
 
"I professionisti italiani - sottolinea Leopoldo Freyrie - chiedono da anni l'innovazione delle norme ordinamentali, con proposte di riforma serie e adeguate, che ogni governo sembra condividere salvo poi riavviare un processo incapace di arrivare in fondo: se finalmente e' arrivato il momento, deve essere chiaro che tali norme devono essere finalizzate innanzitutto alla difesa dei cittadini e dell'ambiente, adeguate a principi di concorrenza basati sul merito e non sulle capacita' economiche, utili a uno sviluppo sostenibile del Paese". "Percio' - conclude - niente nuove regole di ingaggio, ministro Tremonti, quasi si dovesse combattere le libere professioni. Chiediamo al governo, al Parlamento, alle forze economiche e culturali del Paese di discutere e condividere un vero progetto sul futuro delle professioni liberali che sono la testa pensante della crescita ordinata e sostenibile".

 
 
 
 
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