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CNAPPC
 

Appalti: architetti, chiariti limiti per affidamenti diretti. Restano perplessita' sui requisiti per la partecipazione alle gare

 
Testata:
Adnkronos
 
Data:
23-11-2011
 
 

'' Grazie ad un parere dell'Autorita' di Vigilanza sui contratti pubblici, richiesto dal Consiglio Nazionale degli Architetti, e' stato superato ogni dubbio sulla soglia degli affidamenti diretti dei servizi di architettura e di ingegneria. Il Decreto sviluppo aveva modificato il codice dei contratti elevando la soglia degli 'affidamenti fiduciari' da 20.000 a 40.000 euro, ma non aveva modificato il Regolamento, che lasciava inalterata la precedente soglia dei 20.000 euro soltanto per i servizi di architettura e ingegneria''. Ad affermarlo in una nota e' il Consiglio Nazionale Architetti. '' Superando i dubbi che avevano rallentato e, in qualche caso, bloccato l'affidamento di servizi di architettura e ingegneria, in un momento di profonda crisi del settore dei lavori pubblici In particolare -spiega Rino La Mendola, Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti e Presidente del Dipartimento Lavori Pubblici- l'Autorita' di Vigilanza, con parere n° 0114636 dello scorso 16 novembre, ha sancito che la norma di rango primario (il codice dei contratti) prevale sul Regolamento (DPR 207/2010) confermando quindi che il limite entro cui le amministrazioni pubbliche possono affidare incarichi fiduciari e' di 40.000 euro''. Sempre nell'ambito dei lavori pubblici, il Consiglio Nazionale sta anche lavorando per formulare una serie di proposte di modifiche al codice dei contratti al fine di rilanciare un settore in sofferenza anche a causa di una progressiva involuzione legislativa, che, di fatto, sbarra la strada delle commesse pubbliche agli studi professionali medio-piccoli e soprattutto ai giovani.
Una delle modifiche piu' importanti, dice ancora La Mendola, ''riguarda l'articolo 263 del regolamento sui lavori pubblici che, definendo i requisiti per la partecipazione alle gare ordinarie per l'affidamento di servizi di architettura e ingegneria, oltre a fissare fatturati minimi e prestazioni analoghe gia' svolte, impone che il professionista, nei tre anni precedenti l'affidamento, deve aver fruito della collaborazione di dipendenti o consulenti 'in una misura variabile tra due e tre volte le unita' stimate nel bando per lo svolgimento dell'incarico'''. La Mendola spiega che cio' significa che, ''se in un bando, il Rup (Responsabile Unico del Procedimento) della stazione appaltante per la prestazione del servizio stima 5 unita', per partecipare alla gara, il professionista dovra' dimostrare di avere fruito, nei tre anni precedenti, della collaborazione da 10 a 15 dipendenti o consulenti, '... che abbiano fatturato nei confronti della societa' offerente una quota superiore al cinquanta per cento del proprio fatturato annuo...'''. Queste condizioni, sottolinea ancora il vicepresidente del Consiglio Nazionale, ''sono inaccettabili poiche' tagliano fuori dal mercato delle commesse pubbliche gli studi professionali medio-piccoli ed addirittura le piccole societa' di ingegneria e, soprattutto, i giovani. Condizioni che impongono modifiche immediate della normativa di settore''. Su questo e su altri argomenti, il Consiglio nazionale ''sta predisponendo un documento attraverso il quale presto si confrontera' con i rappresentanti delle altre categorie professionali, al fine di proporre al governo una serie di emendamenti al codice dei contratti ed al Regolamento, finalizzati a rilanciare il settore dei lavori, aprendo il mercato anche agli studi medio piccoli e soprattutto ai giovani''.

 
 
 
 
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