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Crisi: architetti, crescono insolvenze, 141 giorni per essere pagati da P.A.

 
Testata:
Adnkronos/Labitalia
 
Data:
20-12-2011
 
Autore:
 
 
 

Per gli architetti italiani, la solvibilita' del mercato e' un aspetto grave tanto quanto la crisi della domanda: il problema non e' solo perdere o non trovare il lavoro, ma anche che il lavoro possa non essere pagato. Sono, infatti, la dilatazione dei tempi di pagamento, l'aumento delle insolvenze, l'impatto sulla posizione finanziaria, oltre naturalmente quello della concorrenza e della distribuzione dell'impegno lavorativo, i segni piu' evidenti della crisi per gli architetti italiani. E' quanto emerge da una ricerca realizzata dal Cresme per il Consiglio nazionale degli architetti, paesaggisti, pianificatori e conservatori, che ha coinvolto un campione di quasi 2mila professionisti. Nel 2011, per il 27% degli architetti, il peso delle insolvenze ha superato il 20% del proprio volume di affari. Collateralmente crescono i tempi di pagamento da parte della clientela. In media, i giorni necessari per ottenerlo, da parte della pubblica amministrazione, sono passati, tra 2006 e 2011, da 91 a 141; dalle imprese, si e' passati da 57 a 106 giorni; dalle famiglie da 49 a 81 giorni; da altri professionisti da 38 a 64. Per quanto riguarda la situazione finanziaria, e' il 45% a dichiarare di avere debiti con banche, societa' finanziarie o fornitori, con una quota decisamente piu' elevata che si registra nelle provincie del Sud (51%). Negli ultimi due anni la situazione e' andata significativamente peggiorando: i debiti con i fornitori sono cresciuti, nel 2010, per il 17% degli architetti, e cresceranno ad una quota anche maggiore (al 29%) alla fine dell'anno in corso.
Conseguenza di questa situazione, quella di costringere i professionisti a intervenire sulle spese: nel 2011 quasi il 63% degli architetti si e' adoperato per ridurre i costi della propria attivita' (contro il 43% che lo aveva fatto nel 2010 e il 57% nel 2009). Ma sono circa il 61% i professionisti che, nonostante tutto, continuano a investire, nel 2011 ancora piu' che nel 2010 (quando lo aveva fatto il 56% degli intervistati). Ulteriore conseguenza e' anche la diminuzione - sia pure leggera - delle ore dedicate all'attivita' professionale vera e propria: dalle circa 42 ore settimanali medie del 2006-2008 si passa alle 41 ore del 2011. Cambia soprattutto la distribuzione dell'impegno lavorativo. Cresce, infatti, la percentuale di ore dedicate alla ricerca di lavoro e all'aggiornamento, mentre calano sensibilmente le ore dedicate ai lavori gia' acquisiti (da 29,5 a 25,6). Significativa e' poi la crescita - dal 20% del 2009 al 22% del 2011 - della percentuale di architetti che ha dichiarato di aver perso, in un anno, piu' di un quarto del proprio fatturato, e dal 13 al 24% per quanto riguarda perdite tra il -5 e il -25%, con una conseguente riduzione del 25% del proprio reddito annuo. Perdite e riduzioni che sono da attribuire al crollo del mercato della costruzione di nuove abitazioni e a quello dei lavori pubblici.
Nonostante questo quadro decisamente negativo per il 70% degli architetti italiani, secondo il campione di eta' media di 43 anni e, nell'82% dei casi, liberi professionisti, vi sono settori con aspettative di crescita: la quasi totalita' degli architetti e' convinta che vi sara' una vasta crescita della domanda di energy technology, accompagnata dallo sviluppo di tecniche innovative nelle costruzioni e nei nuovi materiali e nell'informatizzazione della progettazione. Alla crisi della nuova produzione, che continuera' nel settore residenziale e non residenziale, per il 70% degli intervistati si contrapporra' la tenuta del mercato della riqualificazione, soprattutto di quella residenziale. Piu' di un quarto degli architetti e' convinto che nei prossimi cinque anni vi sara' una crescita della domanda proveniente dall'estero. D'altra parte, di fronte a questo scenario di crisi, un terzo degli intervistati sta prendendo in considerazione la possibilita' di avviare o incrementare la propria attivita' all'estero. I segmenti di mercato sui quali puntare nei prossimi anni sono quelli del risparmio energetico, delle energie rinnovabili e della riqualificazione. Tematiche il cui sviluppo corre parallelo con la crescita di alcuni segmenti specifici, come l'housing sociale e il project financing. Mentre da evidenziare, ancora una volta, la minore fiducia che gli architetti manifestano nella crescita del mercato degli ampliamenti, confermando un sostanziale scetticismo sulla reale portata del 'Piano Casa.
"E' evidente -afferma il Consiglio nazionale degli architetti- che per mettere a punto una strategia di lungo periodo e per ridisegnare la professione di architetto occorre che la riconfigurazione del mercato e la riforma delle professioni siano considerati elementi imprescindibili. Questo affinche', anche attraverso le scuole di architettura, si torni a promuovere la nostra cultura dell'abitare nel mondo e affinche' l'architettura possa svolgere il proprio indispensabile ruolo per lo sviluppo sostenibile del Paese". "Pur svolgendo l'utile funzione di sussidiarieta' dello Stato in funzione di certificatori in varie attivita', il vero obiettivo degli architetti italiani -conclude- e' quello di essere capaci di fornire all'Italia e al mondo progetti di rigenerazione urbana e ambientale, innovativi nelle tecniche, sostenibili economicamente, destinati a migliorare la qualita' della vita dei cittadini".

 
 
 
 
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