salta ai contenuti
 
CNAPPC
 

Disoccupazione speciale, partite Iva, part time: il nuovo lavoro in edilizia

 
Testata:
Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
 
Data:
23-03-2012
 
Autore:
Giuseppe Latour
 
 

Disoccupazione speciale, partite Iva, part time, contributi per le aziende. La riforma del mercato del lavoro porta un cambiamento strutturale su molti temi decisivi per le costruzioni. Dagli ammortizzatori sociali ai contratti, sono molti gli appesantimenti, burocratici e di costo, in arrivo. Mentre, almeno per ora, sembrano pochi i vantaggi e le semplificazioni.
Sul fronte degli ammortizzatori la novità più grande si chiama «Assicurazione sociale per l'impiego» (Aspi), che andrà a sostituire tutte le forme di indennità di disoccupazione attualmente esistenti, inclusa la disoccupazione speciale edile. Questo vuol dire un cambiamento, in linea di principio, favorevole all'edilizia, soprattutto sul fronte dell'entità del sostegno. Al momento, infatti, la cosiddetta «diesse» è pari a poco più di 500 euro mensili; un importo ridottissimo che, tra l'altro, ha sollevato diverse polemiche in passato.
(...)
Altro fenomeno distorto che potrebbe essere abbattuto è quello delle partite Iva. Esiste per l'edilizia la questione dei lavoratori licenziati e poi riassunti come collaboratori. Secondo cifre che girano tra i sindacati, su due milioni di occupati del settore, gli autonomi sarebbe arrivati a 500mila unità. Numeri forse sovrastimati che, comunque, raccontano un fenomeno preoccupante. Per le partite Iva cambieranno le regole: si applicherà la presunzione di rapporto subordinato per collaborazioni più lunghe di sei mesi dalle quali al lavoratore arrivi più del 75% dei suoi corrispettivi totali. «E' sicuramente un passo nella giusta direzione - spiega Antonio Correale, segretario generale Feneal Uil - anche se una soluzione a questo problema arriverà solo con l'invarianza di costo in termini contributivi e fiscali tra partite Iva e dipendenti». La nuova regola sulle partite Iva non si applicherà, invece, al mondo degli studi e dei professionisti iscritti all'ordine. «Sarebbe stata una regola troppo rigida - spiega Franco Frison, segretario del Consiglio nazionale degli architetti -. Avrebbe potuto generare distorsioni pesantissime».
(...)

 
 
 
 
Area Riservata
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
torna ai contenuti torna all'inizio