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CNAPPC
 

Finte partite Iva, nel ddl l'esclusione dei professionisti

 
Testata:
professionearchitetto.it
 
Data:
17-04-2012
 
Autore:
Mariagrazia Barletta
 
 

Giro di vite per le finte partite Iva nella riforma del lavoro, ma la presunzione di rapporto subordinato non riguarderà le attività intellettuali che necessitano un'iscrizione all'albo. Questa la novità principale contenuta nel disegno di legge, ormai svelato dal Governo con la pubblicazione del testo che ora è all'esame del Senato.
L'esclusione non è a priori per tutti i professionisti ma solo per coloro che svolgono collaborazioni su attività per cui sono abilitati. Al contrario, le attività che esulano dall'iscrizione ad un albo professionale, e prestate tramite partita Iva, potrebbero invece essere considerate false collaborazioni autonome al verificarsi di almeno due delle tre condizioni, già individuate nella presentazione del ddl.
(...)
La preoccupazione che nei giorni scorsi si è diffusa tra gli autonomi al momento dunque è stata dipanata. Nessun pericolo, dunque, per consulenti, direttori dei lavori, coordinatori per la sicurezza, ed altre figure che rischiavano, se i contenuti restavano quelli della bozza di presentazione del ddl, di rinunciare ad incarichi cospicui solo perché di lunga durata e remunerati con corrispettivi superiori al 75% dei guadagni percepiti in un anno solare.
Per approfondire
-    Governo italiano, lavoro: il testo del disegno di legge.
-    Riforma del lavoro e punti di vista: Fornero, gli autonomi e il CNACCP. Sulla questione della differenziazione tra autonomi "genuini" e finte partite Iva, ecco il punto di vista di Dario Di Vico, giornalista che esprime le ragioni degli autonomi, del ministro Fornero, che si è pronunciata sulla questione e del CNACCP, che ha avanzato alcune proposte.
-    Proposta di riforma del lavoro: un freno alle finte partite IVA. Proposta di riforma del lavoro: un freno alle finte partite IVA La falsa collaborazione autonoma può trasformarsi in contratto a tempo indeterminato, ma non per tutti. La bozza di riforma esclude gli iscritti a un'Albo che svolgono, in prevalenza, attività riconducibili alla professione per la quale sono abilitati.

 
 
 
 
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