Roma, 20
maggio 2012. "Mentre esprimiamo la nostra massima solidarietà alle popolazioni
dell'Emilia colpite dal sisma lanciamo - ancora una volta - l'allarme sulla
necessità di tenere sempre alta la vigilanza e l'attività di prevenzione sul
patrimonio edilizio delle nostre città: entro i prossimi 10 anni l'85%
dell'edificato urbano avrà più di 40 anni e oltre 6 milioni di edifici sono
esposti a gravi rischi sismici, 1 milione e trecento a quelli idrogeologici.
Non più tardi di venerdì scorso abbiamo denunciando il fatto che il secondo il nuovo
decreto legge sulla Protezione civile non sarà più lo Stato a pagare i danni
causati agli edifici privati dalle calamità naturali quali - per l'appunto - i
terremoti"
Così il
Consiglio Nazionale degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sulla normativa introdotta dal Governo
in tema di Protezione civile a poche ore dal tragico terremoto che ha colpito
l'Emilia.
"Il
Governo conferma - sbagliando - la scelta di una
politica della emergenza rispetto a quella della prevenzione e della manutenzione del nostro patrimonio edilizio
anche prevedendo che l'estensione ai rischi derivanti
da calamità naturali di tutte le polizze assicurative - che sono su base
volontaria - a qualsiasi tipo di danno a fabbricati di proprietà di privati,
creando di fatto, condizioni di
disparità tra cittadini."
"Non basta solo appellarsi - nei momenti di emergenza -
all'istituzione del fascicolo del fabbricato, strumento la cui realizzazione è
ormai assolutamente indifferibile: prima ancora serve un impegno di tutti per
costruire una coscienza della prevenzione e della sicurezza."