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Fondi per gli aiuti, lo Stato valuta il ritocco delle accise

 
Testata:
Corriere della Sera
 
Data:
21-05-2012
 
Autore:
Alessandra Arachi
 
 

E adesso? Chi pagherà i crolli di questo terremoto? La riforma della Protezione civile è appena finita sulla Gazzetta ufficiale sotto forma di decreto. Ha cambiato molti criteri strutturali e anche di finanziamento, ma ancora non ha avuto modo di renderli attuativi. È successo tutto troppo presto.
In ballo c'è, però, l'aumento delle accise sulla benzina. La cosidetta «tassa sulla disgrazia» come era stata battezzata un tempo. Le Regioni investite da una calamità naturale hanno facoltà di aumentare il prezzo della benzina a livello locale fino a cinque centesimi al litro.
Una decisione che ieri il governatore dell'Emilia Romagna Vasco Errani non ha voluto prendere. «Aspettiamo la fine del periodo d'emergenza», ha detto Errani, spiegando che adesso, con la nuova legge, quel tempo dura cento giorni in tutto (sessanta giorni più altri quaranta di proroga). E ha spiegato: «Durante questo periodo tutte le spese sono a carico dello Stato. Alla fine di questi cento giorni vedremo il da farsi».
Certo, non è ancora chiaro quali alternative si potranno valutare alla «tassa sulla disgrazia» per trovare i soldi per la ricostruzione dopo questa nuova tragedia. Per rifinanziare il fondo nazionale delle calamità lo Stato, a differenza delle Regioni, ha l'obbligo di aumentare le accise sui carburanti, sempre fino a cinque centesimi. Ancora non è successo.
Intanto si sono diffuse un po' di polemiche sul ruolo dello Stato nel finanziamento per la ricostruzione delle case distrutte dal terremoto.
«Con questo decreto legge non sarà più lo Stato a pagare i danni causati agli edifici privati dalle calamità naturali quali, appunto, i terremoti» denuncia in una nota il Consiglio nazionale degli Architetti riferendosi al nuovo sistema di assicurazioni previsto dalla riforma della Protezione civile.
(...)

 
 
 
 
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