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Ma chi pagherà i danni? La regola dei 100 giorni

 
Testata:
Corriere della Sera
 
Data:
22-05-2012
 
Autore:
Lorenzo Salvia
 
 

C'è una data da segnare sul calendario dei tempi difficili che attendono l'Emilia Romagna. È il 28 agosto di quest'anno, quando scadrà lo stato d'emergenza che sarà deciso oggi dal Consiglio dei ministri e che, con la riforma della Protezione civile appena approvata, non può durare più di 100 giorni. Fino ad allora toccherà allo Stato coprire i costi del terremoto di domenica. Ma nelle prime settimane, dice l'esperienza, c'è spazio per i soccorsi, per gli interventi urgenti, al massimo per la messa in sicurezza. Scaduti i 100 giorni, senza alcuna possibilità di proroga, la palla passerà alle Regioni. Toccherà all'Emilia Romagna, dunque, pagarsi la ricostruzione? La risposta, in realtà, è un punto interrogativo.
La riforma della Protezione civile è ambigua: dice che suonato il gong dei 100 giorni lo Stato si chiama fuori, ma poi sulla fase due non spiega quasi nulla (...)
Ma il sistema non è ancora pronto, e stavolta Stato e Regione si divideranno le spese per gli interventi di lungo periodo. Come dice il sottosegretario Antonio Catricalà «passati i 100 giorni lo Stato non abbandonerà l'Emilia». Il percorso, però, è tracciato. Oggi, dice Catricalà, «il governo valuterà tutte le richieste degli enti locali, coinvolti nel sisma come il rinvio dei pagamenti, di tributi e dei contributi e la derogabilità al patto di stabilità. Faremo tutto ciò che è necessario fare, tutto quello che è possibile fare».
(...)
Le stime dicono che il costo medio di una polizza anticalamità sarebbe di 100 euro l'anno. Ma con differenze enormi. Ecco cosa osservò l'allora sottosegretario alla Protezione civile Franco Barberi: «Le assicurazioni farebbero pagare prezzi altissimi nelle zone a rischio per non andare gambe all'aria come avvenuto a molte compagnie della California». Era il 1998, a parlare di assicurazione era stato Romano Prodi, e da allora tutti i governi ci hanno provato per poi fare marcia indietro. Anzi, Prodi non fu nemmeno il primo. Nel 1993 toccò al governo Ciampi, con il sottosegretario Vito Riggio aprire verso una proposta che finanziava l'assicurazione aggiungendo l'1 per mille all'Ici. Adesso il consiglio degli architetti propone di usare un pezzo dell'Imu per risarcire i danni. Cambiano i nomi, ma siamo sempre lì.

 
 
 
 
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