salta ai contenuti
 
CNAPPC
 

Terremoto, Stato assente? Attiviamo i fondi europei

 
Testata:
ilvostro.it
 
Data:
22-05-2012
 
Autore:
Silvia Vicchi
 
 

BOLOGNA - Il terremoto in Emilia Romagna ha riportato alla mente il terribile sisma che tre anni fa ha devastato l'Abruzzo. Fortunatamente il disastro non è quello dell'Aquila, ma i cittadini che hanno subito danni alle abitazioni si chiedono cosa aspettarsi, se molti Comuni abruzzesi sono ancora in attesa della ricostruzione di case e strutture. Soprattutto ora, che il decreto n. 59 sulla riforma della Protezione Civile, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 17 maggio di quest'anno, prevede che non sia più lo Stato a ripagare i danni strutturali derivanti da calamità naturali, ma che l'onere ricada sul proprietario, il quale potrà stipulare, a propria tutela, un'assicurazione.
CHI PAGA? Diversamente, dovrà mettere mano al portafoglio. E si parla di cifre considerevoli: dal 1949 ad oggi, i danni alle case subiti a causa di terremoti si stimano tra i 160 e i 220 miliardi di euro.  Una riforma silenziosa e quasi premonitrice, giunta sulla scia dell'Imu, in un'Italia dove lo Stato riconosce l'immobile se rende, ma lo ignora se crolla. Il presidente del Consiglio nazionale degli architetti,  Leopoldo Freyrie, ritiene che la politica dell'emergenza debba essere sostituita dalla prevenzione. Sono infatti oltre sei milioni le abitazioni esposte a gravi rischi sismici e quasi un milione e mezzo quelli a rischio idrogeologico, ma molte persone vi abitano senza saperlo. La casa, così come accade per l'automobile, dovrebbe avere un libretto che certifichi se è sicura oppure no. Al momento, inoltre, le vittime dei terremoti, o di qualsiasi altra calamità naturale, sono in una sorta di limbo, in attesa che il regolamento sui termini e le modalità per assicurarsi superi il periodo transitorio dei 90 giorni previsti.
(...)

 
 
 
 
Area Riservata
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
torna ai contenuti torna all'inizio