La Bassa è il nuovo Eldorado. La ricostruzione fa gola a molti

Modena è la nuova frontiera dei cacciatori d'oro.
La ricostruzione delle case e delle aziende promette infatti di dare una boccata d'ossigeno all'edilizia, un settore in difficoltà prima del 2008 e letteralmente al tappeto dopo la Grande Recessione.
A macerie ancora fumanti si segnalavano emissari di imprese di costruzioni e professionisti arrivati da lontano che proponevano lavori a prezzi convenienti.
Qualcuno, si dice, ha pagato questa intraprendenza poco gradita con qualche schiaffo.
Esclusi i casi di vero e proprio sciacallaggio economico, che non sono mancati, è chiaro che i meccanismi della domanda e dell'offerta finiranno per prevalere ed è logico che la ricostruzione sia vista come una grande occasione.
Ma come garantire che questa fase sia all'insegna della qualità, per evitare quello che abbiamo visto in questo sisma, cioè case e palazzi nuovi che si sono sbriciolati mentre altri più vecchi hanno retto bene? E come tutelarsi dall'aggressione che la criminalità organizzata, già radicata nel territorio, sta preparando? Domande che ritornano dopo ogni sisma e alle quali imprenditori e professionisti di Modena stanno cercando di dare risposte concrete.
Ma torniamo alla caccia all'oro.
«Stanno arrivando richieste di collaborazione da tutta Italia, da chi propone prefabbricati a chi offre le casette in legno - dice Claudio Gibertoni, presidente dell'Ordine degli architetti di Modena - Qualcuno ha mostrato anche atteggiamenti che ritengo scorretti dal punto di vista deontologico, mi riferiscono a quei professionisti che offrono la progettazione gratuita perché i soldi, dicono, li recupereranno quando arriveranno i contributi pubblici.
La mia domanda è questa: come si fa proporre una cosa del genere senza sapere quando arriveranno i contributi e soprattutto di che entità saranno?».
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