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Professioni: Freyrie (architetti), riforma non torni a essere tema di serie b

 
Testata:
Adnkronos/Labitalia
 
Data:
13-07-2012
 
 

"Nonostante il ministro e il capo di gabinetto Grisolia abbiano dimostrato la consueta cortesia e capacita' di ascolto, e' emersa chiara l'impressione che, passata quella che nei mesi scorsi era la necessita' di dimostrare all'Europa le intenzioni riformatrici, il tema delle libere professioni sia tornato ad essere di serie B. Sembra anche che manchi un impegno serio del governo nello scrivere norme chiare, praticabili, utilizzabili e in linea con quelle europee, per innovare il sistema mantenendo le garanzie per la comunita'". Cosi' Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, paesaggisti, pianificatori e conservatori, dopo l'incontro con il ministro della Giustizia, Paola Severino, sullo schema di dpr di riforma delle professioni. "Se il tirocinio deve innalzare lo standard qualitativo, e competitivo, dei nostri laureati -continua Freyrie- e far si' che possano accedere in tempi ragionevoli al mondo del lavoro, non puo' essere un percorso a ostacoli, nel corso del quale pagare altri corsi universitari e sottoporsi a continui esami: lo standard europeo e', invece, articolato, in modo semplice e razionale, in cinque anni di universita', piu' uno di tirocinio negli studi professionali, con un esame finale abilitante". "E, ancora, circa la separazione, negli Ordini, della funzione amministrativa da quella del giudizio deontologico -sottolinea ancora Freyrie- non si comprende come si possa immaginare un modello piu' complicato e bizantino di quello di eleggere i Collegi di disciplina separatamente dai Consigli degli ordini. E, ancora, e' davvero inimmaginabile che si possa fare pubblicita' sul prezzo della prestazione professionale prima ancora che il potenziale cliente descriva i suoi bisogni".
"Se fosse cosi' -continua- sarebbe un grave errore politico, perche' e' proprio rendendo piu' capace, affidabile e competitivo il sistema professionale che si puo' dare fondamento e impulso al rilancio del Paese; se cosi' fosse, poi, vedremo presto rinascere le pulsioni conservatrici nel mondo delle professioni, che invece aveva messo a disposizione del Paese e del governo conoscenze, proposte e, soprattutto, il forte desiderio di contribuire attivamente a uscire dalla palude economica e culturale in cui annaspa l'Italia". "Mi auguro di sbagliarmi -conclude Freyrie- cosi' come mi auguro che il ministro Severino voglia modificare un testo di riforma inadeguato all'importanza dell'obiettivo che intende perseguire".


Il lancio dell'Agenzia AGI:

"L'impressione e' che, passata quella che nei mesi scorsi era la necessita' di dimostrare all'Europa le intenzioni riformatrici, il tema delle libere professioni sia tornato ad essere di serie B". E "sembra anche che manchi un impegno serio del governo nello scrivere norme chiare, praticabili, utilizzabili e in linea con quelle europee, per innovare il sistema mantenendo le garanzie per la comunita'". Ad affermarlo e' Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli architetti, paesaggisti, pianificatori e conservatori dopo l'incontro con il ministro della Giustizia, Paola Severino, sullo schema di dpr di riforma delle professioni.

"Se fosse cosi' - continua Freyrie, che pure loda la "consueta cortesia e capacita' d'ascolto" della guardasigilli - sarebbe un grave errore politico, perche' e' proprio rendendo piu' capace, affidabile e competitivo il sistema professionale che si puo' dare fondamento e impulso al rilancio del Paese. Mi auguro di sbagliarmi, cosi' come mi auguro che il ministro Severino voglia modificare un testo di riforma inadeguato all'importanza dell'obiettivo che intende perseguire". Diversi i rilievi mossi nel merito da Freyrie. "Se il tirocinio - spiega - deve innalzare lo standard qualitativo e competitivo dei nostri laureati e far si' che possano accedere in tempi ragionevoli al mondo del lavoro, non puo' essere un percorso ad ostacoli nel corso del quale pagare altri corsi universitari e sottoporsi a continui esami".

"Lo standard europeo - ricorda - e', invece, articolato, in modo semplice e razionale, in cinque anni di universita', piu' uno di tirocinio negli studi professionali, con un esame finale abilitante. Ed ancora, circa la separazione, negli Ordini, della funzione amministrativa da quella del giudizio deontologico, non si comprende come si possa immaginare un modello piu' complicato e bizantino di quello di eleggere i Collegi di disciplina separatamente dai Consigli degli Ordini. Ed ancora, e' davvero inimmaginabile che si possa fare pubblicita' sul prezzo della prestazione professionale prima ancora che il potenziale cliente descriva i suoi bisogni".

 
 
 
 
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