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Freyrie: «Interventi sperimentali di rigenerazione nelle Zone-Zero»

 
Testata:
Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
 
Data:
09-10-2012
 
Autore:
Massimo Frontera
 
 

«Identificare e perimetrare - con la collaborazione di alcuni Comuni, e ci sono già i possibili candidati - aree a grave rischio idrogeologico o sismico, nelle quali la situazione di degrado del patrimonio edilizio si accompagni a quella sociale; disegnare, su queste "Zone-Zero", un masterplan che abbia il compito di definirne esclusivamente le volumetrie ed i profili, indipendentemente dalla pianificazione già approvata, lasciando che le uniche regole siano: il consumo del suolo a zero, la sicurezza sismica, la passivazione degli edifici, il ciclo dei rifiuti risolto alla fonte, una mobilità alternativa, il risparmio idrico, il rispetto dei vincoli monumentali».

È questo il primo step della proposta lanciata da Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori nel corso della presentazione del primo rapporto Ance - Cresme "Rischio sismico e rischio idrogeologico: la sfida italiana". 

«In questo modo - continua - sarebbe possibile autorizzare rapidamente interventi ed investimenti privati finalizzati, con la regia dei Comuni, a rigenerare le Zone, accedendo ad uno strumento finanziario, costituito con la Cassa Depositi e Prestiti. (...)


2)

Rischio sismico, oltre il 60% degli edifici costruiti prima delle norme del 1974. Rapporto Ance/Cresme: il 44% della superficie italiana in aree pericolose, ma quel che aggrava il problema è la vetustà degli edifici. Capannoni industriali: non sono vecchi, ma in Emilia non hanno retto di A.A.

 
 
 
 
Area Riservata
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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