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Terremoti? Il 44% del Paese è soggetto

 
Testata:
Il Giornale
 
Data:
09-10-2012
 
Autore:
Annamaria Greco
 
 

Il territorio italiano è ad alto rischio naturale. Con il 44 per cento del Paese che può essere colpito da terremoti e il 60 per cento degli edifici costruiti prima delle norme antisismiche, intervenire per gli adeguamenti delle costruzioni appare di massima urgenza. Così come con il 10 per cento del territorio esposto al rischio frane e alluvioni si dovrebbe al più presto mettere in sicurezza fiumi, torrenti e colline. Invece, la prevenzione rimane lettera morta. Secondo i dati diffusi nel primo Rapporto Ance-Cresme sul tema, le aree a elevato rischio sismico interessano il 36% dei comuni e vi risiedono 21,8 milioni di persone, con 5,5 milioni edifici tra residenziali e non. Le aree a elevata criticità idrogeologica interessano, invece, cioè l'89% dei comuni, dove abitano 5,8 milioni di persone e vi sono oltre 1,2 milioni di edifici. Come si è visto in Emilia, particolarmente esposti al rischio sono i capannoni, che richiedendo ampi spazi costruttivi e spesso si trovano ai margini delle città.
(...)
La proposta di Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti e quella di identificare e perimetrare, con la collaborazione di alcuni Comuni, aree a grave rischio idrogeologico o sismico, nelle quali la situazione di degrado del patrimonio edilizio si accompagni a quella sociale. Si dovrebbe poi disegnare, su queste «Zone-Zero», un masterplan che abbia il compito di definirne esclusivamente le volumetrie ed i profili, indipendentemente dalla pianificazione già approvata, lasciando che le uniche regole siano: il consumo del suolo a zero, la sicurezza sismica, la passivazione degli edifici, il ciclo dei rifiuti risolto alla fonte, una mobilità alternativa, il risparmio idrico, il rispetto dei vincoli monumentali.
(...)

 
 
 
 
Area Riservata
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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