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Dissesto idrogeologico. Architetti: subito piano di salvaguardia, che altro deve accadere perche' si rispetti obbligo costituzione?

 
Testata:
DIRE
 
Data:
13-11-2012
 
 

"Che altro e' necessario succeda in Italia perche' una classe politica e dei grand commis dello Stato si rendano conto dello stato delle cose? L'Abruzzo, le Cinque Terre, Genova, L'Emilia Romagna e il Mantovano, la Toscana e le palazzine che crollano per lavori o caldaie che scoppiano, le malattie per l'inquinamento, le scuole senza agibilita' statica: un rosario tragico di morti, feriti, evacuati, paesaggio sconvolto, pezzi di storia cancellati, ospedali e scuole inagibili, strade e ferrovie interrotte. Che altro deve succedere perche' chi governa, a tutti i livelli, si ricordi gli articoli della Costituzione che garantiscono la salute e sicurezza dei cittadini, la tutela dell'ambiente?". Cosi' Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori.
   "Abbiamo certificato con studi e ricerche lo stato del patrimonio immobiliare italiano, con milioni di edifici a rischio sismico e idrogeologico- dice Freyrie- abbiamo certificato lo stato del territorio e del paesaggio, sempre piu' fragile ed indifeso. Abbiamo fatto conti economici e offerto soluzioni realizzabili in tempo di crisi. Ma in una Italia, sempre piu' incivile, sembra non abbia posto la contabilita' delle vite delle persone, dei valori della storia e della natura, di un ecosistema fragile dove le piogge diventano assassine".
   Chi governa e legifera "impari a incolonnare i costi dei disastri, delle emergenze, delle ricostruzioni e scoprira' che ci sono costate piu' della manutenzione del territorio", dice il presidente degli architetti, e si smetta "di invocare l'Europa e i patti di stabilita', a giustificazione della miopia e inerzia di un approccio sbagliato e irresponsabile". Architetti che, per parte loro, 'metteranno in mora' davanti all'opinione pubblica, al Parlamento e alle Corti di Giustizia nazionali e europee "chiunque non ottemperi al proprio dovere di avviare, subito, un piano di salvaguardia del territorio italiano e di rigenerazione sostenibile del patrimonio edilizio nazionale", conclude Freyrie.


Il comunicato nel lancio dell'Agenzia Ansa:

Maltempo: architetti, basta guardare spread, pensare a ambiente; Consiglio nazionale, che altro deve accadere per fare un piano?

''Che altro e' necessario succeda in Italia perche' una classe politica e dei grand commis dello Stato si rendano conto dello stato delle cose? L'Abruzzo, le Cinque Terre, Genova, L'Emilia Romagna e il Mantovano, la Toscana e le palazzine che crollano per lavori o caldaie che scoppiano, le malattie per l'inquinamento, le scuole senza agibilita' statica: un rosario tragico di morti, feriti, evacuati, paesaggio sconvolto, pezzi di storia cancellati, ospedali e scuole inagibili, strade e ferrovie interrotte''. Cosi' Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. ''Che altro deve succedere perche' chi governa, a tutti i livelli, si ricordi gli articoli della Costituzione che garantiscono la salute e sicurezza dei cittadini, la tutela dell'ambiente? Abbiamo certificato con studi e ricerche - continua - lo stato del patrimonio immobiliare italiano, con milioni di edifici a rischio sismico e idrogeologico. Abbiamo certificato lo stato del territorio e del paesaggio, sempre piu' fragile ed indifeso. Abbiamo fatto conti economici e offerto soluzioni realizzabili in tempo di crisi. Ma in una Italia, sempre piu' incivile, sembra non abbia posto la contabilita' delle vite delle persone, dei valori della storia e della natura, di un ecosistema fragile dove le piogge diventano assassine''. ''Chi governa e legifera - conclude Freyrie -, con la lente monocola dello spread e del debito, impari a incolonnare i costi dei disastri, delle emergenze, delle ricostruzioni e scoprira' che ci sono costate piu' della manutenzione del territorio; verifichi dove sono scomparsi i miliardi gia' messi a bilancio negli anni passati per gli interventi di messa in sicurezza delle aree fragili, che nessuno sa piu' da quale vorace burocrazia sono stati dissipati''.

 
 
 
 
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