EXPO arruola il gran maestro delle cerimonie olimpiche. Da Torino 2006 a Londra 2012 fino alla prossima sfida di Rio 2016, Marco Balich è il regista degli spettacoli di apertura e chiusura dei grandi eventi in tutto il mondo tra luci, danze, proiezioni, musica ed effetti speciali. Ed è a lui che il commissario del padiglione italiano, Diana Bracco, ha chiesto una magia in più: inventarsi l'idea iniziale per l'edificio fulcro del progetto del 2015. Che adesso, quando mancano 900 giorni all'inaugurazione, deve iniziare a prendere forma. E recuperare i ritardi.
È il punto interrogativo più vistoso del progetto, il padiglione: un buco da riempire al centro del viale dedicato alle regioni.
È lì - con un budget complessivo di circa 60 milioni - che dovrà sorgere l'edificio che, per sei mesi, rappresenterà la summa dello spirito italiano e che continuerà a vivere anche dopo la chiusura dei cancelli. Adesso la macchina operativa che Diana Bracco ha iniziato a guidare dopo la nomina del governo, lo scorso agosto, si mette in moto. E il primo passo è la scelta di Balich come ideatore del concept plan. Un primo spunto creativo, che verrà presentato la prossima settimana e che rappresenterà la base per un successivo concorso - da lanciare in tempi record - per trovare l'architetto che lo disegnerà. È un passaggio molto atteso dai professionisti, che protestano da tempo: l'ultimo appello a Diana Bracco è partito a ottobre. A inviarlo il presidente del Consiglio nazionale degli architetti Leopoldo Freyrie che, pur di non veder sfumare anche questo concorso a causa dei ritardi, ha offerto aiuto tecnico: «Almeno il progetto del padiglione - è la richiesta - sia realizzato per concorso, dando il segno dell'impegno dell'Italia nel premiare la qualità dei progetti migliori sulla base di merito e capacità».
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