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Architetti all'attacco del concorso per il padiglione italiano all'Expo: esclude i giovani, premia solo il fatturato dei big

 
Testata:
Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
 
Data:
14-12-2012
 
Autore:
Mauro Salerno
 
 

Architetti all'attacco del concorso di progettazione per il padiglione italiano dell'Expo. L'accusa: l'unica competizione di architettura promossa con l'occasione del grande evento milanese rischia di trasformarsi in un'opportunità riservata alle grandi società di ingegneria, tagliando completamente fuori gli studi professionali, soprattutto quelli guidati da giovani progettisti e designer emergenti. Verrebbe così compromesso uno dei primi obiettivi dell'iniziativa: sfruttare la visibilità offerta dalla kermesse di Milano 2015 per rilanciare sul panorama internazionale il anche il (giovane) design made in Italy inteso come competenza progettuale oltre che come industria del lusso.
La denuncia è contenuta in una lettera inviata dal Consiglio nazionale degli architetti alla struttura commissariale che si occupa dell'appalto per il padiglione italiano dell'Expo, guidata da Diana Bracco. Leopoldo Freyrie, numero uno degli architetti italiani, non nasconde la delusione. «Siamo contenti che alla fine si sia almeno deciso di bandire un concorso. Ricordiamo però che avevamo offerto la nostra collaborazione nella stesura del bando. Invece gli uffici hanno evidentemente preferito fare tutto da soli. E questi sono i risultati».
Tre sostanzialmente i rilievi mossi dagli architetti. Il primo è quello più rilevante. E riguarda i requisiti di fatturato per la partecipazione alla gara, che rischiano di tagliare fuori la maggioranza degli studi italiani, anche quelli già affermati: figurarsi i giovani talenti. Alcuni esempi: per accedere alla gara il bando richiede la dimostrazione di un requisito di fatturato pari a 4.979.8675,68 euro - pari il doppio dell'importo per la progettazione - relativo a servizi di architettura e ingegneria, raccolto negli ultimi cinque anni. necessario anche dimostrare di aver espletato negli ultimi 10 anni servizi per «lavori analoghi» e «di punta» per importi compresi tra 2,8 e 16 milioni, per ognuna delle categorie di progettazione previste dal bando. «Tale indicazione - si sottolinea nel bando - ancorché configurata nel limite minimo previsto dall'articolo 263 del regolamento appalti è richiesta in relazione alla particolare rilevanza, sotto il profilo architettonico e ingegneristico, dell'intervento da realizzare». Non basta. Perchè chi vorrà partecipare dovrà anche dimostrare di aver impiegato un numero medio di personale tecnico di almeno 24 unità negli ultimi due anni. Un organico difficile da riscontrare anche negli studi più rinomati.
(...)

 
 
 
 
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