Pressing sempre più sostenuto dei sindaci per convincere il Governo a sbloccare 9 miliardi di pagamenti alle imprese. Ventiquattr'ore dopo la lettera siglata a doppia firma con l'Ance, l'Anci torna sul tema dei debiti delle Pa e chiede al premier Mario Monti un decreto a stretto giro. Viceversa sarà sforamento di massa del patto di stabilità. A deciderlo è stato ieri l'ufficio di presidenza dell'associazione riunito a Roma.
Nel presentare l'iniziativa il presidente dell'Anci, Graziano Delrio, ha precisato: «Il nostro non è un ultimatum, ma non c'è molto tempo e a questo punto attendiamo dal Governo risposte utili tra la fine di Pasqua e metà aprile». Dopo quella scadenza, ha aggiunto il primo cittadino di Reggio Emilia, i «Comuni potranno approvare una delibera di giunta che autorizzerà i pagamenti per investimenti e opere e servirà a garantire la coesione sociale ed i servizi essenziali delle comunità». Tutto ciò avverrà in una giornata da definire, ribattezzata sin d'ora "Oggi pago". Nell'invitare l'Esecutivo a sostituire l'austerità «mortale» con una «sobrietà intelligente», Delrio ha ribadito che per sbloccare i pagamenti non c'è bisogno di alcuna autorizzazione di Bruxelles. citando il recente caso iberico: «Se la Spagna ha rinegoziato 27 miliardi non capisco perché non lo possa fare l'Italia che è il Paese europeo con il miglior rapporto deficit/Pil».
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Accanto ai sindaci si sono schierati anche gli architetti: «Non possiamo che condividere le preoccupazioni dei presidenti di Confindustria, Anci e Ance in merito alle pericolose ripercussioni sull'economia delle imprese e sullo stato generale di quella del nostro Paese a causa del perdurare dei ritardi dei pagamenti dovuti dalla Pubblica amministrazione», ha dichiarato Leopold Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori.
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