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Architetti: inaccettabili i ritardi nei pagamenti a professionisti e imprese

 
Testata:
lavoripubblici.it
 
Data:
18-03-2013
 
Autore:
Ilenia Cicirello
 
 

Il settore delle costruzioni è, in Italia, uno tra quelli più colpiti fenomeno dei ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione e, nonostante l'entrata in vigore del Decreto Legislativo 9 novembre 2012, n. 192 di recepimento della direttiva 2011/7/UE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali torna (e la cui applicabilità ai lavori pubblici è ancora un mistero, leggi news), il problema è tutt'altro che superato.
Come rilevato dall'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), il settore dei lavori pubblici ha, ormai, raggiunto una dimensione finanziaria dei ritardi nei pagamenti pari a 19 miliardi di euro ed in costante crescita. Sono aumentati, inoltre, i tempi di pagamento che sono arrivati ad una media di 8 mesi, con punte che superano ampiamente i 2 anni. La crisi mondiale, che ha portato a questa situazione, è stato particolarmente acuita in Italia dal Patto di stabilità interno che ha limita fortemente la capacità di investimento degli enti locali bloccando circa 4,7 miliardi di euro di pagamenti per lavori già eseguiti dalle imprese e per i quali gli enti locali dispongono di risorse di cassa.
Il commento del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C.
"Non possiamo che condividere le preoccupazioni dei presidenti di Confindustria, Anci e Ance in merito alle pericolose ripercussioni sull'economia delle imprese e sullo stato generale di quella del nostro Paese a causa del perdurare dei ritardi dei pagamenti dovuti dalla Pubblica Amministrazione. Tutto ciò può essere causa di pericolose tensioni anche sul piano occupazionale, con conseguenti gravi ricadute sulla coesione sociale del nostro Paese. Così come è da condividere la richiesta formulata al Presidente del Consiglio, Mario Monti, affinché il Governo vari un provvedimento d'urgenza con il quale autorizzi le amministrazioni locali a sbloccare le risorse necessarie per fare fronte ai propri debiti".
(...)

 
 
 
 
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