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Infrastrutture: professioni tecniche, al via tavolo su Lavori pubblici

 
Testata:
Adnkronos/Labitalia
 
Data:
29-05-2013
 
 

Al via un tavolo congiunto tra le professioni dell'area tecnica in materia di lavori pubblici. "I Consigli nazionali di agrotecnici, architetti-pianificatori-paesaggisti-conservatori, dottori agronomi e forestali, geologi, geometri, ingegneri, periti agrari, periti industriali, hanno appena istituito -si legge in una nota congiunta delle professioni tecniche- un gruppo di lavoro finalizzato a portare all'attenzione di governo e Parlamento proposte concrete utili al rilancio dei lavori pubblici, offrendo nuove opportunita' di lavoro ai professionisti, alle imprese e al grande indotto del settore". "Diverse le questioni sul tappeto. La prima e' quella -continua la nota- relativa alle regole per l'accesso al mercato dei lavori pubblici. Secondo le disposizioni dell'articolo 263 del regolamento di attuazione del codice dei contratti, l'accesso alle gare per l'affidamento di servizi di architettura e ingegneria e' subordinato al fatturato che il concorrente ha maturato negli ultimi cinque anni e al numero di dipendenti o collaboratori stabili di cui lo stesso professionista ha fruito negli ultimi tre anni". "Questo vincolo sbarra, di fatto e inesorabilmente -spiegano i professionisti- la strada di accesso al mercato dei lavori pubblici ai giovani e comunque a tutti quei professionisti dell'area tecnica che non siano titolari di strutture professionali di notevoli dimensioni".
"Per comprendere meglio il fenomeno -sottolineano i presidenti degli otto Consigli nazionali- basta osservare i dati ricavati dal monitoraggio dell'Agenzia delle entrate per l'applicazione degli studi di settore: i numeri mostrano infatti che, pur comprendendo le societa' di ingegneria, solo il 2,73% dei contribuenti esaminati e' in possesso di una struttura professionale con un numero di collaboratori (addetti) superiore a 5". "Questi dati, considerato che quasi tutti i bandi pubblicati sul territorio nazionale impongono un numero di addetti superiore a cinque, delineano un mercato dei lavori pubblici -sottolineano i professionisti- sempre piu' riservato a un numero estremamente limitato di soggetti e chiuso al 97,27% dei professionisti italiani". Gli otto consigli nazionali delle professioni tecniche, chiude la nota, "hanno gia' chiesto un immediato intervento dell'Autorita' del garante della concorrenza per rimuovere tale dispositivo, che genera una notevole distorsione delle regole del mercato e della libera concorrenza".



Il comunicato congiunto nel lancio dell'Agenzia 9Colonne:

Lavori pubblici, al via tavolo professioni tecniche per proposte a Governo
Al via  un tavolo congiunto tra le professioni dell'area  tecnica in materia di lavori pubblici. I Consigli nazionali di agrotecnici, architetti- pianificatori-paesaggisti-conservatori, dottori agronomi e forestali, geologi, geometri, ingegneri, periti agrari, periti industriali, hanno appena istituito un gruppo di lavoro finalizzato a portare all'attenzione di Governo e Parlamento proposte concrete  utili al rilancio dei lavori pubblici, offrendo  nuove opportunità di lavoro  ai professionisti, alle imprese e al grande indotto del settore. Diverse le questioni sul tappeto. La prima è quella relativa  alle regole per l'accesso al mercato dei Lavori Pubblici. Secondo le disposizioni dell'art. 263 del Regolamento di attuazione del Codice dei Contratti, l'accesso alle gare per l'affidamento di servizi di architettura e ingegneria è subordinato al fatturato che il concorrente ha maturato negli ultimi cinque anni ed al numero di dipendenti o collaboratori stabili di cui lo stesso professionista ha fruito negli ultimi tre anni. Questo vincolo sbarra, di fatto ed inesorabilmente la strada di accesso al mercato dei lavori pubblici ai giovani e comunque a tutti quei professionisti dell'area tecnica che non siano titolari di strutture professionali di notevoli dimensioni. "Per comprendere meglio il fenomeno - sottolineano  i presidenti degli otto Consigli nazionali -  basta osservare i dati ricavati dal monitoraggio dell'Agenzia delle entrate per l'applicazione degli studi di settore: i numeri mostrano infatti che, pur comprendendo le società di ingegneria,   solo il 2,73% dei  contribuenti esaminati  sono in possesso di una struttura professionale con un numero di collaboratori (addetti) superiore a 5. Questi dati,  considerato che quasi tutti i bandi pubblicati sul territorio nazionale impongono un numero di addetti superiore a cinque, delineano un mercato dei lavori pubblici sempre più riservato ad un numero estremamente limitato di soggetti e chiuso al 97,27% dei professionisti italiani". Gli otto Consigli nazionali delle professioni tecniche hanno già chiesto un immediato intervento dell'Autorità del Garante della Concorrenza per rimuovere tale dispositivo, che genera una notevole distorsione delle regole del mercato e della libera concorrenza.



Il comunicato congiunto nel lancio dell'Agenzia ANSA:

Lavori pubblici: al via tavolo professioni tecniche per proposte a Governo e Parlamento

Al via un tavolo congiunto tra le professioni dell'area tecnica in materia di lavori pubblici. I Consigli nazionali di agrotecnici, architetti - pianificatori - paesaggisti - conservatori, dottori agronomi e forestali, geologi, geometri, ingegneri, periti agrari, periti industriali, hanno appena istituito un gruppo di lavoro finalizzato a portare all'attenzione di Governo e Parlamento proposte concrete utili al rilancio dei lavori pubblici, offrendo nuove opportunita' di lavoro ai professionisti, alle imprese e al grande indotto del settore. Diverse le questioni sul tappeto, si legge in una nota. La prima e' quella relativa alle regole per l'accesso al mercato dei lavori pubblici, i cui attuali vincoli sbarrano, ''di fatto ed inesorabilmente - precisa la nota - la strada di accesso al mercato dei lavori pubblici ai giovani e comunque a tutti quei professionisti dell'area tecnica che non siano titolari di strutture professionali di notevoli dimensioni. ''Per comprendere meglio il fenomeno - sottolineano i presidenti degli otto Consigli nazionali - basta osservare i dati ricavati dal monitoraggio dell'Agenzia delle entrate per l'applicazione degli studi di settore: i numeri mostrano infatti che, pur comprendendo le societa' di ingegneria, solo il 2,73% dei contribuenti esaminati sono in possesso di una struttura professionale con un numero di collaboratori (addetti) superiore a 5. Questi dati, considerato che quasi tutti i bandi pubblicati sul territorio nazionale impongono un numero di addetti superiore a cinque, delineano un mercato dei lavori pubblici sempre piu' riservato ad un numero estremamente limitato di soggetti e chiuso al 97,27% dei professionisti italiani''. Gli otto Consigli nazionali delle professioni tecniche hanno gia' chiesto un immediato intervento dell'Autorita' del Garante della Concorrenza per rimuovere tale dispositivo.

 
 
 
 
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