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Dl Fare:Freyrie, Architetti "incredibile retromarcia su possibilità cambio sagoma mette stop a rigenerazione urbana sostenibile"

 

Roma, 6 agosto 2013. "La retromarcia sulla possibilità di modificare la "sagoma" degli edifici, con scia e senza pagare oneri, prevista invece nella versione originale del Decreto Fare, segna, nei fatti, un arresto nella volontà del Parlamento di procedere verso la realizzazione della rigenerazione urbana sostenibile, e di conseguenza, in quella di  riqualificare il patrimonio edilizio italiano che versa in pessime condizioni dal punto di vista delle condizioni dell'habitat, della sicurezza e dell'efficienza energetica",

Così Leopoldo Freyrie, presidente  del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

"Bastava escludere i centri storici dalla possibilità di intervento sulla sagoma - come più volte hanno sottolineato gli architetti italiani -  per poter dare avvio, così come avviene negli altri Paesi europei, alla valorizzazione del  paesaggio urbano; alla messa in sicurezza gli edifici pericolosi e indifesi rispetto al rischio sismico e a quello idrogeologico.

Tutto ciò al fine di  migliorare la qualità della vita degli abitanti delle periferie e semiperiferie delle città, rendendo efficienti, dal punto di vista energetico, gli edifici che, attualmente, scaricano in atmosfera tonnellate di CO2 e costano alla comunità nazionale oltre 20 miliardi di euro all'anno, e contribuendo a dare uno stop concreto al consumo del suolo".

"Ora ci auguriamo - conclude Freyrie - che le prossime iniziative del Governo  in  materia di ambiente e di edilizia tengano conto delle necessità dei nostri territori e delle nostre città, prevedendo anche di introdurre la norma così inopinatamente cassata dal Senato,  dimostrando di voler avviare politiche ambientali e urbane serie e realizzabili, anche in vista, a partire da giugno 2014, del semestre di Presidenza italiana dell'Unione".

 
 
 
 
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