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Legge stabilità: Fai e Wwf, correggere o cassare norma sugli stadi

 

Il Fondo per l'ambiente italiano (Fai) e Wwf contestano  ''la norma sugli stadi, seppur mitigata, che compare nel maxiemendamento governativo per problemi di sostanza e di forma'' La critica di sostanza - si spiega - concerne il fatto che i45 milioni di euro in tre anni destinati a questi impianti
sportivi potrebbero, secondo Fai e Wwf, essere meglio impiegati per il disastrato patrimonio edilizio scolastico oper mettere in sicurezza antisismica gli edifici pubblici. Nella forma si contesta l'introduzione ex novo tra i criteri della finalità dello sviluppo che può contemplare anche la costruzione di nuovi impianti. In tale quadro, Fai e Wwf ''continueranno la loro azione di denuncia alla Camera dei deputati, chiedendo di cancellareil termine 'sviluppo' o introducendo l'esplicita esclusione di ogni riferimento alla possibilità  di costruire nuovi stadi per scongiurare rischi interpretativi che consentano la costruzione di nuovi impianti con ulteriore consumo di suolo''.Le due sigle ambientaliste ''apprezzano che il governo nel proprio maxiemendamento abbia recepito la proposta deirelatori alla Legge di stabilità 2014, superando la formulazione originaria checonsentiva esplicitamente la costruzione di nuovi stadi, nonché la edificazione di nuovi
palazzi nei loro dintorni, in deroga alla disciplina vigente.Tuttavia  ritengono che continuino  a sussistere, tra le pieghe della norma approvata dal Senato," profili che necessiterebbero di una migliore definizione giuridica per scongiurare ogni timore di nuove, e ingiustificate, colate di
cemento''.

 
 
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