Tutti i milanesi conoscono la Basilica di San Babila, dedicata a un antico personaggio, poi diventato santo, morto in prigione, a Antiochia, durante le persecuzioni di Decio nel 250 dopo Cristo. Pochi però sanno, o almeno ricordano, che questa chiesa - come altri monumenti della nostra città - ha subìto i bombardamenti dell'ultima guerra, tanto da dover essere in parte ricostruita e restaurata da uno specialista come l'architetto Ambrogio Annoni.
Annoni era nato a Milano nel 1882 e qui morirà nel 1954. Nella nostra città ha lasciato parecchi esempi delle sue notevoli capacità nell'arte del restauro, oltre a aver insegnato per un quarantennio teoria del restauro al nostro Politecnico, dove si era laureato, allievo di Camillo Boito. Per lui il restauro non doveva essere né solo «un'arte», né esclusivamente «una scienza», ma doveva saper combinare - come ribadirà nel 1946 - «conservazione, sistemazione e avvaloramento» di ogni edificio. Ecco perché insisteva nello spiegare che per realizzare un autentico restauro, occorreva possedere insieme «un grande senso di equilibrio, di cultura, di amore».
Infatti, chi entra oggi in San Babila, può vedere con quanta cura e sapienza nel lontano 1950-'51 è stata restaurata proprio da Annoni la cosiddetta cappella dell'Addolorata, che porta sull'altare anche una grande pala dipinta dal pittore Augusto Colombo. C'è chi ricorda ancora come ne parlava entusiasta lo stesso parroco di allora, monsignor Ceriani.
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