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Pa: architetti, nuovo codice appalti valorizzi concorsi

 
Testata:
Adnkronos
 
Data:
17-06-2014
 
 

 "Il nuovo Codice degli appalti valorizzi i concorsi per la selezione dei progetti per le opere pubbliche, solo investendo coraggiosamente su progetti di qualità tecnica e amministrativa, si potranno sconfiggere corruttela e malaffare". A dirlo è il Consiglio nazionale degli architetti (Cnappc) commentando l'impegno del governo per la stesura di un nuovo Codice degli appalti. Secondo il Cnpacc nel nuovo Codice dovrebbe essere sancita la separazione tra i ruoli di programmazione e controllo della P.A. e tra le attività di progettazione e quelle di costruzione. "La scarsa qualità delle opere pubbliche, i ritardi e gli scandali - sottolinea il Consiglio nazionale - sono anche figli di una confusione di ruoli introdotti dal Codice attuale: solo un progetto selezionato secondo criteri di qualità, mediante concorsi trasparenti, può garantire il buon esito di un'opera". Il Cnappc si dice d'accordo sulla riduzione del numero delle stazioni appaltanti, ma ricorda tuttavia che "la selezione di opere che trasformano il territorio non può essere gestita come una gara per l'acquisto di materiali di cancelleria o siringhe, appaltabile secondo il criterio del massimo ribasso o dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ma deve prevedere una grande attenzione alla qualità del progetto presentato". "La riforma del Codice degli appalti - conclude il Consiglio nazionale - deve essere l'occasione per sancire, una volta per tutte, che la P.A. e le imprese non hanno alcuna competenza, capacità e know how per svolgere bene i servizi di architettura, come ampiamente dimostrato dalla disastrosa esperienza degli ultimi anni".
''Condividiamo l'iniziativa del ministro Madia -fa notare il consiglio nazionale degli architetti- - che, con il consenso delle Regioni, ha unificato i moduli per la Scia e il Permesso di costruire, misura questa che rappresenta l'antefatto per un nuovo regolamento edilizio prestazionale che, discendendo da linee guida nazionali, possa essere declinato localmente, adattandolo al clima e alla storia dei luoghi e dei territori. Allo stesso modo condividiamo le riforme volute dal ministro Galletti, per consentire la mitigazione del rischio idrogeologico, semplificare le bonifiche, rendere più efficaci le valutazioni di impatto ambientale''. Per quanto riguarda il Codice degli appalti, gli architetti italiani ritengono che ''in quella che sarà la nuova stesura debba essere sancita in modo inequivocabile la separazione tra i ruoli di programmazione e quelli di controllo della Pa, tra le attività di progettazione e quelle di costruzione, poiché la scarsa qualità delle opere pubbliche, i ritardi e gli scandali sono anche figli di una confusione di ruoli introdotti dal Codice attuale: solo un progetto selezionato secondo criteri di qualità, mediante concorsi trasparenti, può garantire il buon esito di un'opera''.
''Concordiamo -sottolinea il Consiglio nazionale - con la necessità di ridurre il numero delle stazioni appaltanti, ricordando, però, che la selezione di opere che trasformano il territorio non può essere gestita come, ad esempio, una gara per l'acquisto di materiali di cancelleria o siringhe, appaltabile secondo il criterio del massimo ribasso o dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ma deve prevedere una grande attenzione alla qualità del progetto presentato. ''La riforma del Codice degli appalti -conclude- deve essere l'occasione per sancire, una volta per tutte, che la pubblica amministrazione le imprese non hanno alcuna competenza, capacità e know how per svolgere bene i servizi di architettura, come ampiamente dimostrato dalla disastrosa esperienza degli ultimi anni. Solo investendo coraggiosamente su progetti di qualità tecnica e amministrativa, si potranno sconfiggere corruttela e malaffare''.

 
 
 
 
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