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CNAPPC
 

Sblocca Italia, CNAPPC: "L'Italia non è più un Paese per architetti"

 
Testata:
Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
 
Data:
16-09-2014
 
 

"Il vero spread che divide l'Italia dal resto d'Europa è l'incolmabile distanza tra la cieca e autoreferenziale giurisprudenza legislativa e la drammatica realtà della nostra vita quotidiana".
«Con lo "Sblocca Italia", molto ridotto, il Governo Renzi - come peraltro accade tutti i giorni agli architetti italiani - ha sbattuto contro il muro della burocrazia conservatrice che ha mortificato e modificato il progetto di introdurre misure concrete per porre rimedio alla condizione delle città, del mercato dell'edilizia, degli architetti e degli altri professionisti del settore. Il Decreto contiene, infatti, solo norme che sarebbero adatte ad un Paese normale in tempi normali: per l'Italia di oggi ci voleva ben altro». 
Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
«Il vero spread che divide l'Italia dal resto d'Europa è l'incolmabile distanza tra la cieca e autoreferenziale giurisprudenza legislativa e la drammatica realtà della nostra vita quotidiana. Aver rimandato, nello "Sblocca Italia", il regolamento edilizio nazionale; non aver posto limiti temporali alla possibilità della P.A. di revocare un permesso o di cambiare le proprie decisioni; non aver modificato i requisiti di accesso alle gare per i progetti pubblici (che oggi escludono il 99% degli architetti a favore di poche grandi società capitalizzate); non aver varato un vero progetto di rigenerazione urbana sostenibile che mettesse mano agli 8 milioni di edifici italiani che possono cadere alla prima scossa, anche lieve, di terremoto: tutto ciò rappresenta la pietra tombale per un settore, quello dell'edilizia, che ha già perso metà del suo fatturato».

(...)


 
 
 
 
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