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Condono Campania, il ministro avverte "O si cambiano le norme o ci penserà la Consulta"

 
Testata:
la Repubblica
 
Data:
08-10-2014
 
Autore:
Ottavio Lucarelli
 
 

Una legge omnibus che ha fatto slittare dal 2006 fino al 31 dicembre del 2015 il termine entro il quale le amministrazioni comunali della Campania possono esaminare le pratiche dei condoni edilizi del 1985 e 1994. La stessa legge regionale ha anche ampliato il campo delle sanatorie. Finora gli abusi non potevano essere regolarizzati nelle aree sottoposte a vincolo, mentre ad agosto la maggioranza di centrodestra che guida la Campania ha deciso di opporsi solo "se i vincoli comportano inedificabilità assoluta".
Molto duro nei confronti della Regione è tutto il Consiglio dei ministri. Secondo il governo, infatti, le "disposizioni in materia di condono edilizio", ma anche quelle di "sevizio idrico integrato e di concessioni termominerali contrastano con i principi fondamentali della legislazione statale in materia di governo del territorio". La violazione, in particolare, riguarda l'articolo 117 della Costituzione. La Campania, in sostanza, secondo il governo ha invaso "le competenze esclusive statali in materia di tutela dell'ambiente e di tutela della concorrenza" previste appunto dall'articolo 117 della Costituzione.
(...)
Duro anche un comunicato del Consiglio nazionale degli architetti: «È finito il tempo dell'abusivismo così come l'epoca dei condoni. Dopo il disastro di questi anni il Paese ha bisogno di essere messo in sicurezza. Ciò di cui l'Italia ha bisogno è di essere messa in sicurezza, tenuto conto della situazione di rischio sismico ed idrogeologico che riguarda la Campania, così come gran parte delle nostre regioni, per evitare ulteriori vittime e danni che, troppo spesso, si registrano ».
«La decisione del Consiglio dei ministri - prosegue il documento del Consiglio nazionale degli architetti - va nella direzione del testo del disegno di legge governativo di revisione del Titolo V della Costituzione che intende riportare tra le competenze esclusive dello Stato quelle su ambiente ed ecosistema evitando così di incrementare conflitti di attribuzione tra Stato e Regioni ».
(...)

 
 
 
 
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