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Maltempo: Architetti, stop consumo suolo con riuso territori


 
Testata:
ANSA
 
Data:
18-11-2014
 
 

"Stato, Regioni e Comuni smettano di farsi una sciocca concorrenza e cooperino per cambiare le regole di governo del territorio sospendendo la prassi di concepire leggi settoriali", mentre occorre dotarsi di "un programma nazionale di rigenerazione dei territori" e di "una legge (diversa da quella in discussione in Parlamento), che integri il progressivo azzeramento del consumo di suolo con la trasformazione e il riuso delle citta'". L'ammonimento arriva dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, che chiede sia tracciato "un cerchio rosso intorno alle aree urbanizzate. Quello che sta fuori non deve essere piu' lottizzato, ma nemmeno abbandonato: il suolo agricolo e verde deve essere abitato e curato, lo spazio della citta' all'interno del cerchio rosso, deve essere, invece, rigenerato,
perche' anch'esso, come dimostrano le 'atlantidi' di questi giorni, e' fragile e pericoloso". A giudizio dei professionisti, "le regole e le forme tradizionali dell'urbanistica non servono
piu'. La citta', il mercato, gli inquinamenti e la natura si evolvono troppo rapidamente per le ingegnerie normative ed i piani regolatori "conformativi", che sono gia' vecchi quando vengono approvati", termina la nota dell'ordine degli architetti.
 

Il comunicato nel lancio dell'Agenzia DIRE:
Maltempo. Architetti: ora legge su riuso città e no consumo suolo; regole e forme tradizionali dell'urbanistica non servono più
"Stato, Regioni e Comuni smettano di farsi una sciocca concorrenza e cooperino per cambiare subito le regole di governo del territorio sospendendo la prassi di concepire leggi settoriali. Quello che in questi giorni sta accadendo nei territori flagellati dalle inondazioni dimostra che al Paese serve una inversione di rotta: serve un programma nazionale di rigenerazione dei territori e poi una legge, diversa da quella in discussione in Parlamento, che integri il progressivo azzeramento del consumo di suolo con la  trasformazione e il riuso delle citta'". Cosi' il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, in una nota.    Infatti, "il primo passo per fermare il dissesto idrogeologico e' quello di tracciare un cerchio rosso intorno alle aree urbanizzate. Quello che sta fuori non deve essere piu' lottizzato, ma nemmeno abbandonato- rileva gli architetti- il suolo agricolo e verde deve essere abitato e curato; lo spazio della citta' all'interno del cerchio rosso, deve essere, invece, rigenerato, perche' anch'esso, come dimostrano le "atlantidi" di questi giorni, e' fragile e pericoloso".    Quindi, "e' ora- conclude il Consiglio- che i poteri pubblici riuniscano le migliori intelligenze dell'Italia per disegnare un progetto nuovo per le citta', i territori e soprattutto per i cittadini. Le regole e le forme tradizionali dell'urbanistica non servono piu'. La citta', il mercato, gli inquinamenti e la natura si evolvono troppo rapidamente per le ingegnerie normative e piani regolatori 'conformativi' che sono gia' vecchi quando vengono approvati".  



Il comunicato nel lancio dell'Agenzia AGENPARL:
Maltempo: architetti, Consiglio nazionale, serve legge che integri lo stop al consumo di suolo con il riuso delle città e dei territori
"Stato, Regioni e Comuni  smettano di farsi una sciocca concorrenza e cooperino per cambiare subito le regole di governo del territorio sospendendo la prassi di concepire leggi settoriali. Quello che in questi giorni sta accadendo nei territori flagellati dalle inondazioni dimostra che al  Paese  serve una inversione di rotta: serve un programma nazionale di rigenerazione  dei territori e poi una legge, diversa da quella in discussione in Parlamento,  che integri il progressivo azzeramento del consumo di suolo con la  trasformazione e il riuso delle città".
Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
"Il primo passo -  per fermare il dissesto idrogeologico -  è quello di tracciare  un cerchio rosso intorno alle aree urbanizzate. Quello che sta fuori non deve essere  più lottizzato, ma nemmeno abbandonato:  il suolo agricolo e verde deve essere abitato e curato; lo spazio della città all'interno del  cerchio rosso, deve essere, invece,  rigenerato, perché anch'esso, come dimostrano le "atlantidi" di questi giorni, è fragile e pericoloso."
"Solo una politica di ampio respiro - continua -  e l'istituzione di una agenzia per la rigenerazione urbana sostenibile, che coordini e faciliti gli interventi, possono realizzare un progetto ed una legge per una urbanistica diversa, che riparta dalla realtà delle cose. Realtà che, purtroppo, è fatta di  torrenti intubati che esondano, di periferie invivibili,  di mobilità urbana al collasso, di ciclo dei rifiuti fuori controllo, di energia sprecata,  così come di  centri storici minori bellissimi e abbandonati, di edifici vuoti e di  centinaia di migliaia di case abusive".
"E' ora - conclude - che i poteri pubblici riuniscano le migliori intelligenze dell'Italia per disegnare un progetto nuovo per le città, i territori e soprattutto per i cittadini. Le regole e le forme tradizionali dell' urbanistica non servono più. La città, il mercato, gli inquinamenti e la natura si evolvono troppo rapidamente per le ingegnerie normative e piani regolatori "conformativi" che sono già vecchi quando vengono approvati".



Il comunicato nel lancio dell'Agenzia Adnkronos/Labitalia:
Maltempo: architetti, serve nuova legge per stop a consumo suolo =
"Stato, Regioni e Comuni smettano di farsi una sciocca concorrenza e cooperino per cambiare subito le regole di governo del territorio sospendendo la prassi di concepire leggi settoriali. Quello che in questi giorni sta accadendo nei territori flagellati dalle inondazioni dimostra che al Paese serve una inversione di rotta: serve un programma nazionale di rigenerazione dei territori e poi una legge, diversa da quella in discussione in Parlamento, che integri il progressivo azzeramento del consumo di suolo con la trasformazione e il riuso delle città". Così il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori.       
"Il primo passo per fermare il dissesto idrogeologico -sottolineano gli architetti- è quello di tracciare un cerchio rosso intorno alle aree urbanizzate. Quello che sta fuori non deve essere più lottizzato, ma nemmeno abbandonato: il suolo agricolo e verde deve essere abitato e curato; lo spazio della città all'interno del cerchio rosso, deve essere, invece, rigenerato, perché anch'esso, come dimostrano le 'atlantidi' di questi giorni, è fragile e pericoloso". (segue) - "Solo una politica di ampio respiro -continua la nota- e l'istituzione di una agenzia per la rigenerazione urbana sostenibile, che coordini e faciliti gli interventi, possono realizzare un progetto e una legge per una urbanistica diversa, che riparta dalla realtà delle cose. Realtà che, purtroppo, è fatta di torrenti intubati che esondano, di periferie invivibili, di mobilità urbana al collasso, di ciclo dei rifiuti fuori controllo, di energia sprecata, così come di centri storici minori bellissimi e abbandonati, di edifici vuoti e di centinaia di migliaia di case abusive".      
"E' ora -conclude la nota- che i poteri pubblici riuniscano le migliori intelligenze dell'Italia per disegnare un progetto nuovo per le città, i territori e soprattutto per i cittadini. Le regole e le forme tradizionali dell'urbanistica non servono più. La città, il mercato, gli inquinamenti e la natura si evolvono troppo rapidamente per le ingegnerie normative e piani regolatori 'conformativi' che sono già vecchi quando vengono approvati".

 
 
 
 
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