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Comunicato stampa: "No di architetti, ingegneri, geologi, Legacoop e Oice a generalizzazione appalto integrato"

 

Appalti pubblici: Gallione (vicepresidente Consiglio nazionale architetti): "indispensabile separare la progettazione dalla esecuzione di un'opera".

Roma, 2 luglio 2007. Lo Stato, di fatto, abdica alle sue responsabilità di controllo non solo economico, ma soprattutto ambientale e paesaggistico con tutti i possibili rischi anche di ordine giudiziario come la storia recente del nostro paese insegna; contemporaneamente più di un milione di addetti impegnati nella progettazione rischiano di essere spazzati via dal mercato del lavoro pubblico.

Queste le conseguenze più immediate denunciate - alla vigilia di una audizione dinnanzi alle Commissione Lavori Pubblici di Camera e Senato -   dal vicepresidente del Consiglio nazionale degli Architetti, Massimo Gallione, nel caso in cui venisse confermata la norma dell'appalto   integrato che sta per essere resa esecutiva attraverso il Decreto Legislativo sul Codice dei contratti pubblici.

"Quello che architetti, ingegneri, geologi ma anche la Associazione nazionale cooperative di produzione aderente alla Lega delle Cooperative e l'Oice, l'associazione delle organizzazione di ingegneria, denunciano con forza - dice ancora Gallione - è il sostanziale passo indietro, in assoluta controtendenza rispetto alla indicazioni che provengono dall'Europa, che viene fatta compiere alla normativa italiana nel settore dei lavori pubblici: consentire, praticamente senza limitazioni, che la progettazione di un'opera pubblica diventi un tutt'uno, con l'esecuzione dei lavori.

Gallione spiega poi che l'appalto integrato rappresenta un serio pericolo sia per la qualità del progetto dell'opera che per la capacità di concorrenza dei prestatori e fornitori di servizi, minando proprio i due principi ispiratori dell'intero Codice.

"Peraltro - dice ancora Gallione - il Parlamento, e più precisamente la Commissione Lavori Pubblici del Senato, si era già espressa, nel corso della precedente legislatura, affinché "rimangano immutate le ragioni di inopportunità che nella stessa figura coincidano sia il progettista che l'esecutore", così come il Ministro Di Pietro che per ben due volte aveva stralciato questa norma".

Ecco perchè - conclude Gallione - credo sia indispensabile che il Parlamento introduca le modifiche che vengono congiuntamente da noi proposte attraverso le correzioni al Decreto Legislativo anche valutando l'opportunità di una proroga nella sua entrata in vigore".

 
 
 
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