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Qualifiche, nuovo blitz del governo

 

Ordini esclusi come col dl Bersani. E pronti a impugnare il dlgs

Testata:
Italia Oggi
 
Data:
18-07-2007
 
Autore:
Ignazio Marino
 
 
Un nuovo blitz del governo contro le professioni intellettuali. Come con il decreto Bersani del 2006 sulle liberalizzazioni che, dall'oggi al domani e senza che nessuno ne sapesse niente, cancellò le tariffe minime obbligatorie e i vincoli su pubblicità e società. Il riconoscimento delle associazioni non regolamentate per il tramite del dlgs di recepimento della direttiva qualifiche rischiava di replicare l'espediente. Dato che gli ordini hanno appreso «della forzatura» solo a cose fatte e con il provvedimento pronto per entrare a palazzo Chigi per il via libera. Ok che, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, dovrebbe arrivare già questa settimana o al massimo la prossima. Così se da un lato il Cup si dice «fortemente preoccupato nei confronti delle norme che tendono a operare un surrettizio riconoscimento delle associazioni delle professioni non regolamentate e che non tengono conto dei lavori parlamentari e dell'articolato dibattito politico e tecnico sul tema», dall'altro c'è chi è pronto a rivolgersi alla magistratura per bloccare il decreto legislativo. Intanto il Cup chiede la modifica dell'articolo 25. «Gli emendamenti proposti dal Cup», ha dichiarato il presidente Raffaele Sirica, «si impongono ai fini di un corretto recepimento della direttiva Ue che, a tutta evidenza, ha ad oggetto solo le professioni regolamentate». L'impressione di Roberto Orlandi, vicepresidente del Cup è quella che al ministero sia stata fatta confusione fra gli organismi dei vari paesi chiamati a formare le piattaforme per uniformare la formazione delle professioni. Dato che legittimati sono gli ordini e le associazioni, ma solo quelle di stampo anglosassone che sono praticamente dei veri e propri ordini e che nulla hanno a che vedere con le nostre associazioni non regolamentate. «Il prodotto finale», ha detto Orlandi, «è una forzatura del recepimento che davanti a qualsiasi Tribunale amministrativo non avrebbe scampo». A cercare di chiarire le caratteristiche del sistema italiano ci hanno provato i periti industriali guidati da Berardino Cantalini. Che hanno inviato al ministero della giustizia ulteriori osservazioni (si veda ItaliaOggi di ieri) per ricordare che la direttiva 2005/36/Ce deve stabilire principi generali di mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali già acquisite in ciascuno Stato membro e non anche delle associazioni non regolamentate. «Il comma 4 dell'art. 25 va cassato», ha detto senza mezzi termini Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. «La netta sensazione è che sia un ulteriore tentativo di intervento sulle libere professioni, senza ovviamente coinvolgere i diretti interessati. Non ci siamo mai dichiarati contrari all'ammodernamento dell'intero impianto. Ma questa continua ricerca di scavalcamento degli Ordini e del parlamento», conclude, «è incomprensibile».

su Il Sole 24 Ore:
Il visto alle associazioni tenta il percorso Ue.
Professioni. Riconoscimento nel decreto «qualifiche» di Laura Cavestri


 
 
 
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