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Qualifiche, stop da Mastella

 

Dal Mingiustizia le modifiche alla bozza di dlgs. E il Cup scrive al ministro

Testata:
Italia Oggi
 
Data:
27-07-2007
 
Autore:
Gabriele Ventura
 
 
Lo stop al riconoscimento delle libere associazioni nella direttiva qualifiche è opera del ministero della giustizia. Che, vista la bozza di dlgs di recepimento presentata qualche settimana fa, è intervenuto per far cambiare rotta alle politiche comunitarie. Perché altre sono le sedi competenti per la disciplina delle professioni non regolamentate. A motivare le modifiche apportate al dlgs di recepimento della direttiva qualifiche, oggi in consiglio dei ministri, è il capo di gabinetto del ministero per il commercio internazionale e le politiche europee, Gianfranco Dell'Alba. «Il nostro approccio non è quello che emerge dall'ultima versione», ha spiegato, «nella prima bozza abbiamo voluto infatti specificare le professioni non regolamentate. Poi sono intervenute altre amministrazioni, e il Mingiustizia in particolare, per dire che non toccava a noi disciplinare le libere associazioni, che invece necessitano di una specifica regolamentazione». Quanto poi alla limitazione della partecipazione di ordini e associazioni alle piattaforme comuni, Dell'Alba assicura che «questo aspetto verrà specificato meglio in consiglio dei ministri. È emersa infatti la necessità di disciplinare le piattaforme, ma questo non vuol dire che ordini e associazioni non possano presentarle alla Commissione europea». E proprio al ministro della giustizia, Clemente Mastella, si è rivolto ieri il Cup, attraverso una lettera firmata dal presidente Raffaele Sirica (architetti). Nel dettaglio, l'accusa è rivolta al punto 2 dell'articolo 25 sulle piattaforme comuni, dove si prevede, anche per le professioni organizzate in ordini, la consultazione delle associazioni di categorie rappresentative sul territorio nazionale. «In spregio alla legge italiana», si legge nella lettera, «che attribuisce in via esclusiva la rappresentanza istituzionale al sistema ordinistico». E ancora, il presidente del Cup contesta il punto 3, dove «si continua impropriamente a fare riferimento alle professioni non regolamentate, in spregio alla stessa direttiva che circoscrive espressamente il suo ambito applicativo alle professioni regolamentate». Il punto, insomma, è che per il Cup la parola associazioni va abolita dal testo. Perché la direttiva europea si riferisce a quelle anglosassoni, che equivalgono alle professioni regolamentate italiane. (...)
 
 
 
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