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Riforma delle professioni, Mantini scrive agli ordini in cerca di larghe intese

 

Appello al dialogo sulla riforma delle professioni

Testata:
Italia Oggi
 
Data:
31-10-2007
 
Autore:
Ignazio Marino
 
 
Appello al dialogo sulla riforma delle professioni. Pierluigi Mantini, uno dei relatori di maggioranza (l'altro è Giuseppe Chicchi), ha scritto una lettera aperta al presidente del Comitato unitario delle professioni, Raffaele Sirica. Nella missiva, il parlamentare argomenta la necessità di larghe intese per portare avanti una proposta di legge che coinvolge milioni di professionisti, in gran parte collocati in ordini e collegi. La lettera di Mantini segue di qualche giorno la presentazione del testo base del disegno di legge presentato al comitato ristretto delle commissioni giustizia e attività produttive della camera (si veda ItaliaOggi del 25 ottobre). E spiega i punti cardini dell'iniziativa parlamentare: riduzione delle deleghe, la richiesta di una politica fiscale ad hoc per le professioni, la regolamentazione della formazione obbligatoria ecc. Tutte misure, si legge nella lettera, pensate «con il conforto degli utili contributi emersi nel corso delle audizioni con gli ordini». Nonostante lo sforzo dei due relatori, però, il comitato promotore della proposta di legge di iniziativa popolare del Cup ha continuato a raccogliere le firme per portare il testo all'attenzione dei parlamentari. Più volte Mantini ha chiesto agli ordini di avere più fiducia nel parlamento. E con l'ultima lettera aperta è tornato a tendere la mano. «Concepiamo», scrive, «questa riforma all'interno di un percorso e di una fase politica che dovrebbe essere guidata, con tutte le opportune formule, dal criterio delle "larghe intese", nell'interesse dell'Italia. È un invito che nasce da una convinzione profonda e che, perciò, mi permetto di estendere al Cup e a tutte le organizzazioni delle professioni. Ho rispetto», conclude, «delle opinioni diverse ma ci sono momenti, dopo anni di intenso dialogo e di proficua collaborazione con il Comitato, in cui si vuol credere, si deve credere, che il senso di responsabilità e di amore per il paese, il desiderio di superare la conflittualità permanente e improduttiva sappiano trovare esito in larghe e qualificate intese».
 
 
 
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