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Silvano Tintori

 

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Considerazioni a tutto campo sull'esposizione che verrà

 
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Focus n° 4 - aprile 2008
 
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Considerazioni a tutto campo sull'esposizione che verrà

Tornare ai segni stratificati sul territorio

Il significato delle esposizioni universali cambia. Perde smalto l'offerta di merci disponibili e mutanti, diventa controverso il loro senso, una volta spogliate della fiducia nel progresso che dominava nelle rassegne "universali" del passato. Il distacco fra mondo reale e virtuale continua ad assottigliarsi. Il tema "Nutrire il pianeta. Energia per la vita", lanciato dal sindaco Moratti, entra nel cuore del conflitto sviluppo/alienazione che consuma il nostro sistema sociale e trova nell'evento espositivo milanese uno dei suoi palcoscenici con maggiori pericoli di manipolazione.

Tutti d'accordo sul bisogno di costruire opere sostenibili e recuperabili ad altre funzioni; meno chiaro come la prima esigenza possa sfuggire all'impatto della folla nel territorio fragilmente infrastrutturato di Milano e della sua metropoli e la seconda collocarsi nella prospettiva enunciata dallo slogan tematico prescelto, stabilendo un rapporto non occasionale e semplicemente soccorrevole con il mondo cui vuole andare incontro.

Milano è minacciata da politiche, in gran parte ereditate dall'amministrazione Albertini, che trasformano i progetti presentati in nome del "risparmio di suolo" (i sottotetti) e dell'attrezzatura della città (i parcheggi) in operazioni brutalmente speculative. Ancora più illuminante il caso City Life nel comparto di dismissione della Fiera campionaria per le ragioni già da noi esposte a Palermo.

Eppure il sindaco Moratti esibisce come esemplari questi grattacieli veementi in un quadro urbano fuori rete quando replica a Renzo Piano, Expo-diffidente sul "Corriere della sera".

Bisogna ritornare ai segni stratificati sul territorio: al di fuori da ogni trionfalismo.

Il grattacielo nasce come sfida, anche se non mancano altrove esempi tesi a svuotarne l'aggressività, e in tutta l'Italia nord-occidentale verrebbe circondato da infrastrutture devastanti: la rinuncia da parte del sindaco Moratti al simbolo verticale dovrebbe diventare l'emblema di chi non vuole coltivare un ottimistico futuribile, quanto indurre l'uomo-massa a cogliere i problemi che l'assillano.

L'annunciato recupero delle vie d'acqua, simbolo della Milano rinascimentale e napoleonica, prosegue nell'apertura su temi contemporaneamente funzionali (l'infrastruttura metropolitana) e di alto valore culturale: speriamo bene.
 
 
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