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Fisco: architetti, studi settore inadatti per nostra attivita'

 
Testata:
ANSA
 
Data:
09-10-2009
 
 
Il lancio dell'Agenzia ANSA:
Fisco: architetti, studi settore inadatti per nostra attivita'

Gli studi di settore "sono inadatti a classificare" l'attività di architetto, "non sono rappresentativi e costringono il contribuente ad una forzatura nella compilazione che compromette il risultato". E' quanto afferma il segretario del Consiglio nazionale degli Architetti Luigi Mirizzi in una lettera inviata all'Agenzia delle Entrate e alla Commissione degli Esperti per gli studi di settore. Mirizzi - è scritto in una nota -  lamenta anche che "da qualche anno le riunioni che si svolgono per la revisione dello Studio di Settore degli Architetti rivestono più carattere formale, tese cioé a citare la collaborazione con la categoria professionale, piuttosto che sostanziale, tese cioé ad ascoltare e a prendere atto delle osservazioni della categoria".
Mirizzi spiega che da tempo "chiediamo invano l'aggiornamento del quadro relativo alle aree specialistiche e alle tipologie delle attività, essendo oggi inadatte a classificare l'attività svolta dagli architetti". Mirizzi in particolare ricorda che le aggiudicazioni delle gare pubbliche per incarichi professionali registrano ribassi "mediamente del 50%". Evidenzia inoltre che, in un momento di crisi, gli architetti vengono remunerati con meccanismi di acconti dilazionati nel tempo: "tutto ciò determina inevitabilmente la non congruità del soggetto, anche se gli incassi dovessero rimanere inalterati o subire  addirittura incrementi".
Quindi - conclude il comnicato - "il Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ritiene indispensabile un incontro urgente con l'Agenzia delle Entrate, finalizzato ad affrontare questi problemi esprimendo un "assoluto parere contrario" alla attuale formulazione degli studi di settore per quanto riguarda gli studi di architettura". 


Il lancio dell'Agenzia AGI:
Fisco: architetti, studi di settore non rappresentativi

Dura presa di posizione degli architetti italiani contro gli studi di settore. In una lettera inviata all'Agenzia delle Entrate e alla Commissione degli Esperti per gli Studi di settore, Luigi Mirizzi, segretario del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori denuncia come "da qualche anno le riunioni che si svolgono per la revisione dello studio di settore degli architetti rivestono piu' carattere formale, tese cioe', a citare la collaborazione con la categoria professionale, piuttosto che sostanziale, tese cioe' ad ascoltare e a prendere atto delle osservazioni della categoria".
"Da tempo chiediamo invano - scrive ancora Mirizzi - l'aggiornamento del quadro relativo alle aree specialistiche e alle tipologie dell'attivita', essendo oggi inadatte a classificare l'attivita' svolta dagli architetti. Oggi lo studio di settore non e' rappresentativo, costringe il contribuente ad una forzatura nella compilazione e compromette il risultato di Gerico. Ormai e' provato che le aggiudicazioni delle gare pubbliche per incarichi professionali nel settore dei lavori pubblici sino a qualche mese fa avvenivano con un ribasso medio del 35%; questo ribasso negli ultimi mesi si e' attestato mediamente sul 50%, principalmente nelle regioni meridionali, ed il trend e' in aumento. Quindi e' indispensabile, sino a quando non si aggiorneranno i minimi provinciali, inserire un forte correttivo che abbassi direttamente i minimi provinciali per le singole tipologie di prestazioni professionali".
"Sul problema acconti - conclude Mirizzi - abbiamo gia' segnalato che a causa della crisi economica e soprattutto finanziaria i professionisti vengono remunerati per le loro prestazioni professionali con piu' acconti dilazionati nel tempo, anziche' in un'unica soluzione: fenomeno, questo, molto piu' evidente e frequente rispetto al passato. Tutto cio' determina inevitabilmente la non congruita' del soggetto, anche se gli incassi dovessero rimanere inalterati o subire addirittura incrementi. E' chiaro, quindi, che il problema non e' colto dallo studio che riguarda gli studi di architettura (il VK 18U) in quanto nel 2007, anno base di costruzione dei minimi provinciali, il numero degli acconti a parita' di compensi era nettamente inferiore rispetto ad oggi".
Il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori ritiene "indispensabile" un incontro urgente con l'Agenzia delle Entrate, finalizzato ad affrontare questi problemi ed esprime un "assoluto parere contrario" alla attuale formulazione degli studi di settore per quanto riguarda gli studi di architettura.









 
 
 
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