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Pensioni, lacrime e sangue

 
Testata:
Italia Oggi
 
Data:
13-02-2012
 
Autore:
Marino Longoni
 
 

Le casse di previdenza dei liberi professionisti hanno un problema. E non è quello della sostenibilità a 50 dei bilanci imposto in modo un po' rude dal ministro del lavoro Elsa Fornero. Il problema vero, ben più difficile da risolvere, è che la crisi economica degli ultimi anni ha reso sempre più evidente che le promesse fatte più o meno da tutte le casse di vecchia generazione non potranno essere mantenute ancora a lungo. Occorre stringere i freni se non si vuole precipitare nel baratro. Un solo dato. I patrimoni degli enti sono mediamente pari a un quinto del debito che gli stessi hanno accumulato verso i loro iscritti. Chi pagherà i restanti quattro quinti? Fino a ieri la risposta era sottintesa: le nuove generazioni, la rivalutazione dei patrimoni, lo sviluppo economico. Oggi invece i patrimoni perdono di valore, i redditi dei professionisti hanno cessato di crescere e le giovani generazioni presentano profili professionali sempre più precari. Ma soprattutto non ci stanno a pagare i privilegi di chi è già andato in pensione con certi trattamenti che loro non si potranno neanche sognare. A questo punto il diktat della Fornero può trasformarsi in un assist per le casse che, messe con le spalle al muro, si trovano la strada spianata per far passare quelle riforme che, pur essendo necessarie, finora sono state politicamente improponibili. Magia dei governi tecnici. In pratica, non potendo garantire una sostenibilità dei bilanci attuariali a 50 anni, sarà giocoforza per tutte le casse passare al sistema contributivo.

(...)



 
 
 
 
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